28 marzo 2024
Aggiornato 10:30
A due anni dal dramma

Schumacher, il suo storico boss «continua a sperare»

Ross Brawn, direttore tecnico del leggendario pilota tedesco per quasi tutta la sua carriera, nonché suo caro amico, va spesso a visitarlo nella sua casa svizzera, ormai trasformata in una clinica privata per favorire il suo difficile recupero dall'incidente sugli sci

GINEVRA – La situazione fisica di Michael Schumacher, ormai da mesi, è grave, addirittura terribile. Ma non ancora disperata. Questo, almeno, è ciò che sostiene uno dei suoi amici più stretti nel mondo della Formula 1, nonché ex collega. Mentre si avvicina il secondo anniversario del drammatico incidente sugli sci dell'ex campione di Ferrari e Mercedes, sul suo lungo e tormentato recupero ormai da tempo non arrivano più notizie ufficiali. Le ultime voci pubblicate sulla stampa specializzata, ma mai confermate dalla famiglia, avevano rivelato che Schumi, che all'epoca dei suoi Mondiali vinti a ripetizione in Formula 1 pesava 75 kg, ne avrebbe persi ormai ben 30, mentre viene sottoposto 24 ore su 24 a cure mediche specifiche da parte di un'equipe di sanitari che hanno trasformato la sua residenza nelle montagne svizzere in una vera e propria clinica privata, al costo enorme di 150 mila dollari alla settimana.

Il racconto di Ross
Tra le poche persone vicine alla famiglia Schumacher, che ancora godono del privilegio di mantenersi in contatto con il leggendario 46enne pilota tedesco, c'è Ross Brawn, storico direttore tecnico a Maranello durante gli anni dei cinque campionati del mondo consecutivi, ma che seguì la sua carriera anche in Benetton e in Mercedes. «Cerchiamo di mantenere un equilibrio: preferisco andarlo a trovare piuttosto che chiamarlo al telefono, e provo a non essere di peso – ha rivelato l'ingegnere inglese al quotidiano Daily Express – Sono stato da lui qualche volta. Corinna (la moglie di Michael, ndr) mi chiama di tanto in tanto e mi tiene aggiornato. Semplicemente, continuiamo a pregare ogni giorno che riesca a recuperare fino al punto in cui...». Brawn lascia in sospeso la frase, e lo scenario che tratteggia sembrerebbe lasciare pochi spiragli aperti per un miglioramento futuro. Ma poi è lui stesso a chiudere con una nota più rosea: «È lento, ma c'è sempre speranza», chiosa il tecnico.

Le speranze non si spengono
Anche Ross Brawn, dunque, si mantiene positivo. Così come la sua manager Sabine Kehm, che pure ha sempre avvertito che «ci vorrà molto tempo» perché l'ex pilota tedesco possa fare progressi considerevoli. E così come Mick, il figlio di Schumi e anche lui giovane pilota in erba, che parlando con un giornalista ha recentemente pronunciato parole positive sulla guarigione di suo padre. D'altronde, nella sua ineguagliabile carriera sportiva, Michael Schumacher non ci ha forse abituato che nulla, per lui, è davvero impossibile?