24 aprile 2024
Aggiornato 03:30
Campione sfortunato

Casey Stoner torna alle corse... e si infortuna

Alla sua prima gara dopo tre anni di assenza, la superclassica 8 Ore di Suzuka, il pilota australiano cade violentemente dalla sua Honda e si frattura la scapola destra e la tibia sinistra. È giallo sulla dinamica

SUZUKA – Si è concluso nel modo peggiore l'attesissimo ritorno alle corse di Casey Stoner. Il due volte campione del mondo di MotoGP è stato vittima di una terribile caduta mentre era al comando della classica giapponese di durata, la 8 Ore di Suzuka. Era la prima gara di motociclismo a cui partecipava dal Gran Premio di Valencia 2012, quando decise di appendere il casco al chiodo. Il 29enne australiano era salito in sella alla Honda CBR1000RR fino a quel momento condotta dal compagno di equipaggio Takumi Takahashi e aveva ereditato il comando in occasione della sosta ai box della Yamaha rivale di Katsuyuki Nakasuga. Ma nella veloce curva in discesa che porta al tornante, Stoner ha perso il controllo dell'anteriore del suo mezzo, è finito dritto nell'erba ed è caduto rimbalzando violentemente per terra insieme alla sua moto fino a schiantarsi contro le barriere di protezione.

Il giallo della dinamica
La direzione di gara ha subito mandato in pista la safety car per rimuovere la moto distrutta, rimasta in mezzo al circuito, e le macchie d'olio che aveva disseminato. Il campione australiano è stato invece trasportato al centro medico, dove gli sono state diagnosticate fratture alla scapola destra e alla tibia sinistra. Subito si è scatenato il giallo sulle cause dell'incidente: la prima dichiarazione di Stoner, affidata a Twitter, parlava di «acceleratore bloccato», lasciando intendere la mancata chiusura delle farfalle di alimentazione. Ma questa versione implicherebbe anche un malfunzionamento della frizione che, come si nota dalle immagini, il pilota ha tentato di azionare come sempre accade in caso di emergenza, e del sistema di protezione elettronico che disattiva il motore. «Non ho avuto abbastanza tempo per azionare la frizione – ha sostenuto lo stesso pilota – e quando ci sono riuscito avevo ormai troppa velocità per evitare l'impatto». Questa ipotesi è poi ulteriormente inquietante per chi ricorda la tragedia di Daijiro Kato, la cui morte in sella alla stessa Honda fu attribuita proprio ad un problema del tutto analogo. Poche ore dopo, il comunicato ufficiale della casa giapponese ha fornito però una spiegazione ben diversa: «Sfortunatamente abbiamo avuto un problema meccanico, per questo sono andato largo in quella curva», ha ritrattato il pilota. Il team manager Shigeki Honda si è spinto al punto di attribuire tutte le colpe a lui stesso: «Stoner stava guidando in maniera aggressiva per guadagnare terreno, è stato un'episodio spiacevole». Un'altra versione poco credibile, osservando la dinamica anomala della caduta ripresa dalle telecamere.

Il ritorno di Rolling Stoner
Comunque sia andato veramente, questo incidente resterà l'ennesimo episodio sfortunato nella carriera di un pilota abituato a spingersi sempre al limite. E, troppo spesso, anche a superarlo. Ma anche la testimonianza di come l'australiano non abbia perso la sua fame di vittoria, oltre alla sua cristallina velocità: fin dalle prove, infatti, è stato nettamente il più rapido di casa Honda, pur avendo disputato negli ultimi anni soltanto una manciata di test. Alla faccia di chi aveva espresso dubbi sulla sua candidatura per sostituire l'infortunato Dani Pedrosa in MotoGP solo qualche mese fa. La sua caduta, però, ha privato la Honda della vittoria nella gara più sentita e importante dell'anno, almeno in Giappone. Regalandola ai grandi rivali della Yamaha, in particolare all'equipaggio che schierava i due piloti della classe regina Bradley Smith e Pol Espargaro.