29 marzo 2024
Aggiornato 00:30
Il caso

Famiglia Schumacher scioccata dopo il suicidio di Zurigo

Trovato impiccato il sospetto ladro delle cartelle cliniche. Per la Polizia di Zurigo «Il corpo è stato scoperto intorno alle 6.30 nella sua cella di isolamento. Il sospettato si è impiccato». Rosberg: «Nessuno forte come Schumacher».

ZURIGO - La famiglia di Michael Schumacher è rimasta «sbalordita e scioccata» dalla notizia del suicidio in carcere a Zurigo dell'uomo sospettato di aver rubato la cartella clinica dell'ex pilota di Formula 1. A riferirlo è stata la portavoce Sabine Kehm secondo la quale la moglie di Schumacher, Corinna, non era stata nemmeno informata del fermo compiuto.
Per la polizia di Zurigo «Il corpo è stato scoperto intorno alle 6.30 nella sua cella di isolamento. Il sospettato si è impiccato». La polizia e i procuratori sono quindi convinti che si tratti di un suicidio. Il sospettato era stato arrestato con l'accusa di violazione del segreto professionale. Facendo parte della Rega, l'elisoccorso svizzero avrebbe trafugato la cartella nei giorni in cui si organizzava il trasferimento da Grenoble a Losanna. Le prove contro di lui apparivano schiaccianti nonostante avesse negato ogni addebito.

ROSBERG: NESSUNO FORTE COME SCHUMY - Nonostante le condizioni di salute ancora critiche che lo costringono in una clinica di riabilitazione in Svizzera, la Mercedes è rimasta al fianco di Michael Schumacher scegliendo di onorare fino alla fine il contratto firmato con l’ex-campione del mondo in qualità di uomo-immagine della scuderia. Nico Rosberg, che è cresciuto proprio in Mercedes sotto l’egida del Kaiser tra il 2010 e il 2012, ha parlato alla stampa svizzera ricordando la fatale caduta sofferta da Schumi sulle nevi di Meribel lo scorso 29 dicembre.
«È stato un incidente triste e terribile - ha commentato il pilota tedesco -. Nemmeno io conosco con precisione le sue condizioni attuali. Chissà, forse potrà riprendere a fare sport in futuro. Non si può sapere. Ma spero che possa recuperare il più velocemente possibile».
«Michael è sempre stato corretto e leale, e, molto probabilmente, nessun altro sarebbe riuscito a tornare dopo tre anni di stop ed essere così competitivo - ha spiegato -. Purtroppo, in quel periodo la Mercedes aveva qualche debolezza di troppo: sono stati tre anni difficili, ma ora stanno pagando i dividendi».