5 maggio 2024
Aggiornato 11:30
Invasione di campo

AAAc Milan vendesi. Ok, ma il prezzo è giusto?

Una delegazione del Milan, guidata da Barbara Berlusconi, partirà domenica in direzione Emirati Arabi, alla ricerca di partnership commerciali per la società rossonera. Ma le cifre richieste dalla proprietà non sembrano compatibili con le reali esigenze del mercato.

Il Milan è in vendita. Almeno parzialmente. La presentazione della nuova e maestosa struttura di casa Milan è stata l’occasione per certificare una importante verità, testimoniata dalle parole inoppugnabili dell’Amministratore Delegato, nonché figlia del capo, Barbara Berlusconi: «La famiglia Berlusconi crede molto in questo club, quindi nessuna cessione. Realizzare una partnership, invece, ci consentirebbe di creare strutture in grado di migliorare la situazione economica ed i viaggi che abbiamo in programma tra Medio Oriente, Asia e Usa avranno proprio questo obiettivo. Stiamo valutando la cessione di una quota minoritaria che non sarebbe superiore al 30%».

Fine quindi al periodo negazionista della famiglia Berlusconi, l’asset Milan continua ad essere tra gli interessi principali di Fininvest, ma non si esclude più la possibilità di una compartecipazione economica da parte di un investitore esterno, naturalmente in quota minoritaria.

L’obiettivo, ormai non più nascosto, è quello di trovare finanziamenti per l’operazione stadio di proprietà, quantificata intorno ai circa 300 milioni di euro, senza però privarsi di più del 30% delle quote azionarie.

E qui iniziano i problemi, collegati all’aspetto più strettamente economico della trattativa.

Quanto vale realmente il Milan?

Un’interessante analisi pubblicata dal portale calcioefinanza.it ha calcolato il valore della società rossonera secondo alcuni diversi criteri di analisi finanziaria: a) quello medio rispetto ad altri 5 club presi in considerazione (Juventus, Roma, Lazio, Borussia Dortmund e Manchester United); b) quello utilizzato nella valutazione dell’Inter da parte di Thohir; c) quello utilizzato da Forbes per redigere la classifica dei Most valuable clubs.

Nel primo caso «la stima dell’Enterprise Value, il 'valore complessivo' del Milan, sarebbe pari a 2,15 volte i ricavi (275,87 milioni nel 2012). In questo scenario l’EV dei rossoneri sarebbe dunque pari a 593,12 milioni. Di questi 274,35 rappresentano il debito finanziario netto (sempre da bilancio 2012) e la differenza, pari a 318,77 milioni, il valore di mercato del patrimonio netto, che sarebbe dunque inferiore, ma non lontanissimo, ai 357,67 milioni indicato nel bilancio Fininvest».

Nel secondo caso, «considerato che l’Inter, debiti compresi, è stata valutata da Thohir circa 1,63 volte i ricavi al 30 giugno 2013, con un Enterprise Value di circa 326 milioni, l’EV del Milan sarebbe dunque pari a 449 milioni». Ancor più significative le cifre reali dell’operazione Tohir-Inter: il magnate indonesiano ha acquistato il 70% del pacchetto azionario dell’Inter per una cifra leggermente inferiore ai 270 milioni di euro, praticamente quanto Berlusconi vorrebbe per il 30% del Milan.

Nel terzo caso, infine, «Forbes attribuisce alla società rossonera un valore di 745 milioni di euro, pari a un multiplo sui ricavi del 2012 di 2,89 volte».

Poi c’è la valutazione più ottimistica della Gazzetta dello Sport che parte da una quotazione del Milan «mai scesa sotto il miliardo di euro». Considerando l’indebitamento dei rossoneri, da scalare rispetto alla cifra di partenza, si arriverebbe ad un valore di circa 750 milioni, non distante dalle analisi di Forbes.

E’ facile notare come ci sia un’enorme differenza tra le cifre virtuali (vedi analisi di Forbes/ Gazzetta) e quelle reali dell’affare Inter, sebbene tra le due società milanesi ci sia un’indubbia differenza economica, naturalmente a vantaggio del Milan. Se torniamo indietro di qualche anno, si parla del 2009, è stato proprio su questo scoglio che si è arginato l’interessamento dell’emiro di Dubai, lo sceicco Mohammed bin Rashid Al Maktum, immediatamente indietreggiato di fronte alle richieste giudicate esagerate della proprietà rossonera.

Ecco perché è facile prevedere che fino a quando Berlusconi non riconsidererà le cifre, naturalmente al ribasso, difficilmente la trattativa andrà in porto.

Come spiegano gli analisti, per qualsiasi cosa in vendita, il prezzo lo fa il mercato, non i manuali di economia, né tantomeno le pretese di chi deve cedere.