26 aprile 2024
Aggiornato 03:30
Invasione di campo

Milan, uno schiaffo alla crisi e due alla Fiorentina

I rossoneri strappano un successo fondamentale per riacquistare serenità ed autostima. La posizione di Seedorf è sempre vacillante ma la squadra è apparsa finalmente monolitica. Vittoria preziosa dedicata a Claudio Lippi, collega di Milan Channel scomparso un anno fa

Sarà stato il ritiro, sarà stato il baratro lì ad un passo, sarà stata la voglia di dimostrare al mondo che al Milan giocano uomini veri, sta di fatto che la partita del Franchi contro la Fiorentina ha consegnato al campionato italiano una squadra rossonera finalmente ritrovata.

Non che si siano viste meraviglie tecniche o tattiche ma l’attenzione, la caparbietà, la dedizione, l’impegno mostrato dai milanisti in campo lascia ben sperare per il futuro.

Sgombriamo il campo da possibili fraintendimenti, la posizione di Clarence Seedorf sulla panchina del Milan è ancora estremamente precaria e non sarà certo una vittoria a modificare una decisione che sembra ormai presa dal presidente Berlusconi in persona.

Abbiamo già sottolineato in altre pagine di questo blog, quanto il futuro dell’olandese sia stato compromesso non tanto dai risultati, quanto da un atteggiamento in campo, ma soprattutto fuori, che ha infastidito parecchio la dirigenza e la squadra, praticamente in blocco. Tutto questo nel breve volgere di poco più di due mesi…praticamente un record.

La dimostrazione è arrivata nel dopo-partita, quando tutti i rossoneri intervistati hanno regalato un pensiero a Claudio Lippi, l’adorabile collega di Milan Channel scomparso esattamente un anno fa a seguito di un incidente stradale, ma nessuno invece all’allenatore che, mai come in questo momento, avrebbe avuto bisogno di un sostegno da parte dei suoi ragazzi. I calciatori in campo hanno lottato come leoni, ma più che per il tecnico, l’hanno fatto per la gloriosa maglia che indossano, a dimostrare l’integrità e la professionalità di un gruppo, spesso messo in discussione per una evidente ed inconfutabile mancanza di qualità.

L’unico che forse ha voluto tendere una mano a Clarence Seedorf è stato Mario Balotelli, forse il migliore in campo dei rossoneri, capace di decidere il match praticamente da solo con due calci da fermo, il primo respinto dal portiere Neto e poi ribadito in gol da Mexes, il secondo spedito direttamente all’incrocio dal destro telecomandato di Super Mario. Ma come spesso è stato evidenziato nei giorni scorsi, proprio l’atteggiamento esageratamente disponibile di Seedorf nei confronti del n. 45 rossonero ha iniziato ad indispettire il resto della squadra, quindi da lui un gesto di gratitudine nei confronti del tecnico è apparso quasi doveroso.

Tutti gli altri, da Muntari a Rami, passando per Kakà hanno rivendicato l’onore di giocare per il Milan, raccontando il desiderio feroce di un pronto riscatto, ma senza alcun segno di pace nei confronti di Clarence Seerdorf.

E’ evidente che queste siano indicazioni importanti per la dirigenza rossonera, alle prese con la difficoltà primaria di ricostruire una rosa, ancora non sapendo bene a chi affidarla.

Una cosa è assodata, prima ancora dell’allenatore, Berlusconi (padre e figlia) ed Adriano Galliani avranno un altro problema da risolvere: la scelta di un direttore sportivo giovane, sveglio e brillante in grado, prima di tutto di smontare le certezze di mercato accumulate negli anni, e poi edificare un modus operandi tutto nuovo, probabilmente sconosciuto al Milan opulento dei begli anni che furono, ma attualmente indispensabile per tentare un rilancio della squadra.

Come ha sottolineato nei giorni scorsi Lady Barbara, «il nostro obiettivo è quello di ingaggiare giovani talenti prima che diventino top player e prima che il loro costo sia difficile da sostenere. Aumentare i ricavi, poi, è una sfida per noi centrale. Solo così potremmo autofinanziarci, migliorare le strutture e permetterci qualche top player in più. Una sfida che darà i primi risultati nel medio periodo, non prima di tre anni».

Quindi basta prestiti e parametri zero, basta ex calciatori scoppiati e figurine sbiadite, basta scarti delle altre squadre e sbarbatelli spacciati per fenomeni. Al Milan si apre una nuova era.

Per quanto riguarda la scelta del nome, la lista dei candidati al difficile ruolo di DS del Milan sembra assottigliarsi ed in questo momento i nomi in lizza sono tre: in primis Sean Sogliano, attualmente al Verona, cercato prima di tutti proprio da Barbara Berlusconi; poi Riccardo Bigon, uomo mercato del Napoli di De Laurentiis; e per finire Andrea Berta, poco conosciuto nel calcio nostrano ma protagonista del ritorno dell’Atletico Madrid nel calcio che conta.