19 aprile 2024
Aggiornato 16:30
Invasione di campo

Berlusconi silura Galliani. Al Milan è tutti contro tutti

La crisi rossonera è sempre più irreversibile e torna in voga la pratica dello «scaricabarile»: Berlusconi se la prende con l’AD, Seedorf accusa Allegri, i tifosi accusano tutti. Ma di chi è la colpa?

Il pomeriggio vissuto domenica a San Siro potrebbe essere ricordato come uno dei più cupi dell’ultracentenaria storia del Milan, ma il pericolo concreto è che possa invece essere solo il prima di una lunga serie di momenti bui da qui in avanti.

La sconfitta per 2-4 rimediata da un sontuoso Parma è l’aspetto meno grave e meno preoccupante della faccenda. Molto più inquietante è il clima da «tutti contro tutti» che si respira al Milan, dopo le indiscrezioni riportate dall’Ansa a proposito di alcune dichiarazioni di Berlusconi.

Il numero uno rossonero avrebbe innanzitutto messo al riparo Clarence Seedorf da ogni ulteriore e futura bufera, malgrado le voci ricorrenti di un possibile licenziamento dell’olandese in caso di ulteriori sconfitte nelle prossime due partite di campionato, in trasferta contro Lazio e Fiorentina: «Seedorf non è in discussione – le parole del presidente onorario del Milan - Clarence è il nostro allenatore e lo sarà anche per il prossimo anno».

Proprio quel Clarence Seedorf che aveva avviato alla vigilia di Milan-Parma la sgradevolissima pratica dello «scaricabarile», accusando il suo predecessore Allegri dello sfascio in cui versa attualmente la squadra rossonera.

Sistemata però la pratica-allenatore, Silvio Berlusconi pare abbia voluto mandare un messaggio forte e chiaro a colui che in questo momento sta vivendo il suo momento più delicato da quando è al Milan, Adriano Gallani. Sempre secondo quanto riporta l'Ansa, che parla di » colloqui privati del presidente rossonero», l’ex presidente del Consiglio avrebbe individuato nel suo storico braccio destro il responsabile del disastro: «Il Milan è una squadra costruita male». Un refrain già ascoltato qualche mese fa, quando Barbara Berlusconi accusò pubblicamente Galliani di aver investito male i soldi messi a disposizione dalla famiglia.

E tanto per rincarare la dose, sempre secondo l’Ansa, Berlusconi sarebbe fortemente infastidito dall’eliminazione dalla Champions subita da una squadra come l’Atletico Madrid che fattura meno della metà del Milan e - restando in Italia - di non riuscire a capacitarsi, vista la classifica della serie A, di come nel nostro campionato solo la Juventus abbia un monte ingaggi superiore a quello rossonero.

La ragione è semplice caro Presidente, fin quando si obbligherà Galliani a fare mercato con pochi spicci a disposizione, l’AD continuerà ad essere costretto a rinforzare la squadra solo con parametri 0 che inevitabilmente andranno ad incidere sul bilancio alla voce «stipendi».

Per fare un esempio di strettissima attualità, quando a gennaio si è trattato di scegliere tra Essien e Jorginho (poi finito al Napoli), il preferito è stato il ghanese, arrivato gratis ma affardellato da un contratto molto oneroso per 1 anno e mezzo. Il centrocampista italo-brasiliano invece avrebbe rappresentato un investimento in termini di acquisto del cartellino dal Verona, ma il suo ingaggio attuale è di un quarto rispetto a quello che il Milan versa nelle tasche dell’ex Chelsea.

Senza entrare nel dettaglio tecnico dell’operazione che, dopo appena due partite di Essien in rossonero, già risulta fallimentare, al contrario del luminoso inizio di Jorginho all’ombra del Vesuvio.

Ed allora Silvio Berlusconi, prima di sparare a zero contro i suoi collaboratori, farebbe bene a definire per bene le strategie dell’azienda Milan, spiegare ai tifosi perché da ormai un paio d’anni è in atto il sistematico tentativo di smantellare la squadra, e soprattutto quali sono da qui in avanti i progetti di rilancio rossonero. Sempre che ce ne siano, naturalmente.