Moratti: «Ho rinunciato a Messi»
«All'inizio fu soltanto una mia battuta, ogni tanto mi manda la sua maglia firmata perché avevo detto guardandolo 'questo è fortissimo'. Abbiamo tentato ma lui era molto legato al Barca perché l'aveva aiutato quando lui era in difficoltà. E sarebbe stato brutto anche da parte nostra separarli»
MILANO - Messi all'Inter? «All'inizio fu soltanto una mia battuta, ogni tanto mi manda la sua maglia firmata perché avevo detto guardandolo 'questo è fortissimo'. Abbiamo tentato ma lui era molto legato al Barca perché l'aveva aiutato quando lui era in difficoltà. E sarebbe stato brutto anche da parte nostra separarli».
Tutto vero, quindi, Messi e l'Inter si sono corteggiati ma il fidanzamento non c'è mai stato. Questo è solo uno dei tanti temi toccati ieri da Massimo Moratti tra passato, presente e futuro. L'intervista che è andata in onda sul canale tematico nerazzurro resterà impressa nei cuori di chi ha amato questo presidente nei suoi 18 anni di amore incondinzionato per la sua Inter. Il presidente nerazzurro nell'imminenza del closing che sancirà il passaggio di proprietà della società al gruppo indonesiano che fa capo a Thohir si lascia andare, come forse in questo lungo periodo di responsabilità non aveva o non poteva fare.
«Nostalgia della firma del '95? Quella volta l'ho sentita come una gioia e una responsabilità. Non so se posso parlare di nostalgia, - spiega - ci sono stati dei bei momenti ma è anche stata una bella rottura di scatole. Quando sono arrivato mi dissero di non prendere i giocatori di colore per colpa della curva ma, al contrario, presi Paul Ince e l'inglese è stato veramente amato».
Moratti si diverte poi a disegnare la sua top 11 di tutti i tempi, ma mettendo dei paletti: «Rinuncerei a due squadre, quella di mio papà e quella del Triplete. In porta metto Zenga, terzini Brehme e Roberto Carlos, a centro metterei Cordoba, Bergomi e Passerella. In mediana Ince e Matthaeus. In attacco sono troppi. Senza dubbio Ronaldo e Ibrahimovic. E poi per non offendere nessuno mettiamo Recoba, di cui tutti sanno che ho una mania».
Inevitabile il tema Thohir, Moratti parla in termini entusiastici del suo successore. «L'ho visto sia al tavolo da lavoro sia come amico. E' una persona tendenzialmente allegra, quindi fa simpatia. E' ambizioso e questo va bene per la società. E poi è un lavoratore perché dalla mattina alla sera è in giro a fare i suoi interessi. Ha molto senso dell'amicizia, ha accanto a sé questi due soci, che conosce da 25 anni, entrambi molto interessanti. E' un gruppo che può dare molto, vivono lontano e lavoreranno con prudenza. Non vogliono essere invadenti né fare la figura dei prepotenti. Qualche volta mi ha chiamato dicendomi che lui non è come veniva descritto da alcuni giornali. Thohir è a disposizione della gente e vuole capire i tifosi. Non ha alle spalle 50 anni di storia dell'Inter, ma ci metti poco a diventare un vero presidente dell'Inter con la sofferenza che sei costretto a provare».
Sul trofeo a cui è più legato Moratti non ha dubbi e sceglie la Champions vinta a Madrid: «Quella partita l'abbiamo affrontata tutti con una serenità incredibile, sapevamo già di vincerla prima ancora di giocare, a differenza di Siena dove la sofferenza era infinita. Anche il campionato vinto a Parma nel secondo tempo è stato fantastico, una gioia enorme. E poi la seconda Coppa Italia che abbiamo vinto è stata valorizzata perché nello stesso tempo il Milan perdeva la Champions a Istanbul. Ma la nostra Champions è stata la conferma della forza della squadra».
«Io ho fatto il mio tempo dopo 18 anni. Credo che ogni tanto ci vogliano visi nuovi e idee nuove. Restare presidente? Loro mi chiedono di rimanere, vedremo...».
- 30/09/2013 Moratti: «Resterò presidente? Vedremo»
- 21/09/2013 Conte: «Inter-Thohir? Mi fa impressione»
- 16/08/2013 Thohir vuole il 75% dell'Inter
- 27/07/2013 Thohir: «Ci vediamo presto»