8 maggio 2024
Aggiornato 09:00

Abete a Bruxelles: «Lo sport per combattere razzismo e violenza»

Da oggi fino a giovedì 9, la Coppa del Mondo vinta dalla Nazionale Italiana a Berlino nel 2006 sarà esposta nella sede del Comitato delle Regioni dell’Unione Europea a Bruxelles

Da oggi fino a giovedì 9, la Coppa del Mondo vinta dalla Nazionale Italiana a Berlino nel 2006 sarà esposta nella sede del Comitato delle Regioni dell’Unione Europea a Bruxelles. Insieme alla Coppa sono arrivati nella capitale belga anche il presidente della Figc Giancarlo Abete e il vice presidente Demetrio Albertini, che hanno incontrato il presidente del Comitato delle Regioni della UE, Luc Van den Brande.

E’ stato un incontro cordiale e costruttivo, durante il quale il presidente federale ha ribadito i principi dello sport, richiamandosi al libro bianco dell’Unione Europea e sottolineando il valore dello sport, e del calcio in particolare, come «mezzo per combattere ogni forma di razzismo e di violenza e per promuovere iniziative di solidarietà a carattere sociale».

Nel corso della conferenza stampa, che ha fatto seguito all’incontro, il presidente Abete ha sottolineato il valore della Coppa del Mondo come «simbolo delle emozioni che il calcio è capace di suscitare», spiegando che «il calcio italiano conserva un forte legame sul territorio» e sottolineando l’importanza dello sport in sede europea come «strumento in più per la tutela dei vivai nazionali e la valorizzazione del calcio dilettantistico e giovanile».

Alla conferenza stampa erano presenti anche il Commissario Europeo ai Trasporti Antonio Tajani e il rappresentante dell’Anci Roberto Pella, oltre a numerosi giornalisti italiani e stranieri. Proprio rispondendo ad alcune domande di questi ultimi sugli Europei del 2012, il presidente Abete ha dichiarato: «Abbiamo un grande rispetto per la Uefa e per le due Federazioni di Polonia ed Ucraina. Siamo convinti e ci auguriamo che la sede dei prossimi Europei resti quella assegnata. Il problema degli stadi italiani prescinde dall'assegnazione dei campionati europei di calcio. Oggi in Italia esistono due problemi fondamentali: i fenomeni di violenza che dobbiamo estirpare e che ormai si verificano in luoghi sempre più distanti dagli stadi e il problema di rendere gli stadi più funzionali. Ma il problema della qualità degli stadi, lo ripeto, prescinde dall'assegnazione degli Europei».