16 aprile 2024
Aggiornato 06:30
Alzheimer: i sintomi

Demenza e Alzheimer: come riconoscerle dai primi sintomi

Non si tratta solo di perdita di memoria, i sintomi della demenza sono molto particolari e vanno riconosciuti nella fase iniziale. Solo così si può cercare di agire tempestivamente per rallentare la progressione della malattia. I consigli di Marina Sozzi a Diario Salute TV

Come facciamo ad accorgerci quando un nostro familiare si sta ammalando di demenza o sta entrando nella prima fase della malattia di Alzheimer? Tutti sanno che la malattia di Alzheimer è legata alla memoria, bisogna però fare molta attenzione a non confondere quella che è una diminuzione fisiologica dovuta all’età avanzata con un vero e proprio processo di deterioramento cognitivo, qual è quello delle patologie neurovegetative, spiega Marina Sozzi presidente di Infine Onlus.

Attenzione ai campanelli d’allarme
«È necessaria una premessa: dobbiamo fare attenzione ai nostri parenti anziani. E questo non è così inutile che venga ribadito, perché sovente accade che alcuni deficit cognitivi siano attribuiti semplicemente all’invecchiamento, con una certa superficialità. Ci si rende poi conto della realtà quando la malattia è già a uno stadio piuttosto avanzato», continua Marina Sozzi.

I primi segni
«I primi segni sono sicuramente legati alla memoria, ma ricordiamoci sempre che si tratta di memoria a breve o brevissimo termine. Cioè non ricordo più le cose che ho appena detto o ho appena fatto. Non si tratta perciò della memoria a lungo termine, che invece tende a permanere più a lungo nelle persone affette da demenza. Un altro sintomo che ci deve indubbiamente preoccupare è quando si ha una carenza nella percezione dello spazio, cioè quando una persona tende a perdersi. Non trova la strada di casa, non ricorda bene come sono disposte le stanze della casa in cui abita o di abitazioni che conosce molto bene, come per esempio quelle dei figli».

Quando un semplice gesto diviene difficile
«Un altro aspetto importante che ci deve mettere in guardia dall’essere sottovalutato è quando cominciamo a renderci conto che il nostro familiare non riesce a fare, con la stessa facilità e naturalezza, compiti molto semplici del quotidiano. Per esempio può diventare difficoltoso avvitare una caffettiera o preparare un cibo che prima era il suo piatto forte. Tutto ciò deve metterci un po’ in allarme».

Problemi comportamentali
«Quindi si tratta di far caso ad alcuni segnali che non sempre sono legati alla memoria, ma a volte sono comportamentali. Per esempio può manifestarsi un temperamento insolitamente aggressivo. Ci rendiamo conto che una persona che è sempre stata tendenzialmente pacifica è più irritabile – ovviamente insieme ai problemi di memoria e orientamento nello spazio – ci dobbiamo interrogare se tale aggressività non possa essere legata a un problema di tipo neurodegenerativo. Direi che questi sono davvero i punti su cui occorre fare molta attenzione all’inizio della patologia», conclude Marina Sozzi.