18 aprile 2024
Aggiornato 08:00
Una proteina antiobesità

Una proteina «anticancerogena» fa perdere peso pur mangiando tanto

Scienziati della Georgetown University hanno scoperto una proteina naturale in grado di ridurre obesità e glicemia

La proteina che combatte l'obesità pur mangiando tanto
La proteina che combatte l'obesità pur mangiando tanto Foto: lena Yakobchuk | Shutterstock Shutterstock

Un risultato insospettabile che potrebbe essere considerato una vera e propria svolta nel trattamento dell’obesità. Alcuni scienziati della Georgetown University, infatti, hanno scoperto – quasi per caso – che un trattamento che stavano studiando come possibile terapia oncologica, si è rilevato particolarmente utile nel ridurre il peso corporeo. I risultati sono stati altamente soddisfacenti, considerando che la riduzione della massa ponderale continuava pur mangiando tanto. Ecco tutti i dettagli appena pubblicati su Scientific Reports.

Addio massa grassa
I ricercatori erano impegnati nel vagliare le potenzialità di una proteina naturale come possibile trattamento anticancerogeno. In fase di studio si sono resi conto che l’espressione forzata di tale proteina nei topi obesi provocava un’elevata riduzione della massa grassa, nonostante i roditori mangiassero tutto il tempo.

Un nuovo rimedio per la sindrome metabolica?
Secondo gli scienziati i loro risultati potrebbero rappresentare un eccellente rimedio sia per le persone obese che per quelle che soffrono di sindrome metabolica. La proteina FGFBP3 (conosciuta anche con il nome di BP3) sembra infatti invertire i disturbi associati al diabete di tipo 2 e la steatosi epatica. Trattandosi di una proteina naturale – e non artificiale – gli studi clinici potrebbero iniziare abbastanza presto.

Efficace già dopo pochi giorni
«Abbiamo scoperto che otto trattamenti con BP3 in 18 giorni sono stati sufficienti per ridurre il grasso nei topi obesi di oltre un terzo», ha dichiarato Anton Wellstein, professore di oncologia e farmacologia al presso il Georgetown Lombardi Comprehensive Cancer Center.

Tanti benefici, zero effetti collaterali
Il trattamento ha quindi portato a diversi benefici come la riduzione della glicemia e della steatosi, il tutto con pochi effetti collaterali, anzi nulli, perché l’analisi clinica e microscopica non ha evidenziato alcun effetto avverso.

Cos’è la BP3?
La BP3 è una proteina che si lega al fattore di crescita dei fibroblasti (FGF). Si trova in organismi di ogni tipo: dai vermi agli esseri umani ed è coinvolta in una vasta gamma di processi biologici. Tra questi anche la guarigione delle ferite e la crescita cellulare agendo come ormone. BP1, 2 e 3 sono proteine ​​"accompagnatrici" che si attaccano, cioè, alle proteine ​​FGF migliorando molte funzioni organiche. Il fatto che il team di Wellstein eseguisse ricerche sul gene BP1 era dovuto alla sua produzione particolarmente elevata in una serie di tumori, suggerendo che la crescita di alcuni tumori possa essere legata all’eccesso di FGF.

Controllo del metabolismo
Durante l’indagine gli studiosi si sono resi conto che tali proteine si legano a tre FGF (19,21, 23) coinvolte nel controllo del metabolismo. La segnalazione di FGF19 e ​​FGF21 regola sia la conservazione che l'uso dei carboidrati e dei grassi. Mentre la FGF23 controlla i livelli di fosfato. «Abbiamo scoperto che BP3 esercita un notevole contributo al controllo metabolico. Quando si dispone di più accompagnatrici BP3 disponibili, l'effetto di FGF19 e ​​FGF21 aumenta con l'aumento della loro segnalazione. Ne consegue che il BP3 diviene un forte propulsore del metabolismo dei carboidrati e dei lipidi, è come avere molti più taxi disponibili a New York per raccogliere tutto le persone che hanno bisogno di un passaggio. Con il metabolismo accelerato, lo zucchero nel sangue e il grasso trasformato nel fegato vengono utilizzati per l'energia e non vengono immagazzinati. E anche i magazzini di grasso sono sfruttati, ad esempio il compito di FGF21 è controllare l'eliminazione dei grassi, sia che siano immagazzinati o semplicemente consumati», conclude Wellstein.

Fonti scientifiche

[1] Fibroblast Growth Factor Binding Protein 3 (FGFBP3) impacts carbohydrate and lipid metabolism - Elena Tassi, Khalid A. Garman, Marcel O. Schmidt, Xiaoting Ma, Khaled W. Kabbara, Aykut Uren, York Tomita, Regina Goetz, Moosa Mohammadi, Christopher S. Wilcox, Anna T. Riegel, Mattias Carlstrom & Anton Wellstein