19 marzo 2024
Aggiornato 03:30
Infezioni e zoonosi

Segnalato il primo caso al mondo di Epatite E trasmessa da un animale

La autorità sanitarie di Hong Kong segnalano che un uomo ha contratto la versione portata dai topi del virus dell’epatite E, in quello che è il primo caso umano al mondo. Non si credeva che la malattia potesse essere trasmessa

I topi possono trasmettere l'epatite E
I topi possono trasmettere l'epatite E Foto: torook | shutterstock.com Shutterstock

Dopo quasi tutte le declinazioni di epatite, ora c’è anche il primo caso al mondo di epatite E trasmessa da animali. Ne danno notizia le autorità sanitarie di Hong Kong, per mezzo dell’Università cittadina, segnalando che un uomo è stato per la prima volta dal virus dell’epatite E trasportato dai ratti. In precedenza, non si avevano prove che la malattia potesse essere trasmessa dai topi agli esseri umani. Ora lo si sa. L’Università di Hong Kong (UHK)ha rilasciato una dichiarazione in cui sottolinea che la scoperta ha «un importante significato per la salute pubblica».

Malattie ‘distanti’, eppure…
Gli scienziati hanno sempre sostenuto che il virus dell’epatite E del ratto (HEV) è molto lontano dalle varianti del virus dell’epatite E umana. Nonostante ciò, ora si è scoperto che, invece, può essere trasmesso. «Questo studio – sottolineano gli scienziati dell’Università di Hong Kong – dimostra in modo conclusivo per la prima volta al mondo che il ratto HEV può infettare gli esseri umani e causare un’infezione clinica».

Il caso
Secondo quanto riportato dall’UHK, l’infezione è stata rilevata in un uomo di 56 anni che ha prodotto in modo persistente risultati anormali nei test di funzionalità epatica a seguito di un trapianto di fegato. E’ un caso anomalo, e i ricercatori ipotizzano che il paziente possa aver contratto la malattia attraverso del cibo infettato da escrementi di topi. Indagini condotte sul caso hanno mostrato che l’uomo viveva in un complesso residenziale dove c’erano segni di infestazione da topi, specie all’esterno della sua casa. Dopo la scoperta dell’infezione, il paziente è stato sottoposto a trattamento contro il virus, e ora pare si stia riprendendo.

L’epatite E e i suoi sintomi
I dati in possesso della sanità riguardano soltanto la versione umana dell’epatite E. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) l’epatite E umana è una malattia del fegato che colpisce 20 milioni di persone a livello globale ogni anno, ed è provocata da un piccolo Rna virus detto HEV. Si ritiene che, in genere, si diffonda per mezzo dell’acqua potabile contaminata. Il periodo di incubazione della malattia è un media di 4-6 settimane e spesso è asintomatico. Tuttavia, tra i diversi sintomi, i principali sono inappetenza, malessere generale, nausea e vomito, febbre, ittero e, in rari casi, insufficienza epatica. L’epatite E può però assumere una forma grave, specie nelle donne in gravidanza, con un aumento del rischio di epatite fulminante e di morte. Il trattamento attuale è una terapia di supporto per mezzo di farmaci come ribavirina – ma solo per la forma cronica. Per la forma acuta, sempre allo stato attuale, non esiste trattamento.