31 luglio 2025
Aggiornato 17:00
Epatite B e C

Giornata Mondiale dell’Epatite. L’ISS: «sconfiggerla si può»

Gli esperti dell’Istituto Superiore di Sanità sostengono che sconfiggere l’epatite si può, poiché oggi disponiamo di innovazione sostenibile. Uno studio italiano lo dimostra

ROMA – Oggi, 28 luglio, di celebra la Giornata Mondiale dell’Epatite. Una patologia che, nelle sue forme più diffuse, la B e la C, affligge oltre 8,5 cittadini europei – secondo i dati dell’ECDC (il Centro Europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie). Un numero molto alto che mostra come sia necessario intervenire in modo efficace e duraturo. Uno degli obiettivi di Sviluppo Sostenibile definiti dalle Nazioni Unite nel 2016 è infatti quello di ridurre drasticamente l’impatto dell’Epatite C entro il 2030. Ad aderire al piano di contrasto dell’epatite sono state molte nazioni. E L’Organizzazione Mondiale della Sanità fa il punto dei progressi e sul proprio sito scrive come «i nuovi dati dell’OMS mostrino che oltre l’86% dei Paesi presi in esame hanno fissato obiettivi nazionali di eliminazione dell’epatite e più del 70% ha iniziato a sviluppare piani nazionali per l’epatite per consentire l’accesso a servizi di prevenzione, diagnosi, trattamento e assistenza efficaci. Inoltre, quasi la metà dei [28] Paesi intervistati mira a eliminare la malattia attraverso l’accesso universale al trattamento dell’epatite. Ma l’OMS è preoccupato per il fatto che i progressi devono accelerare». L’obiettivo dell’OMS, infatti, è ridurre del 65% le morti correlate all’infezione da HCV e il trattamento di almeno l’80% dei pazienti con epatite cronica da HCV.
A oggi, secondo i dati dell’OMS, l’epatite virale nel 2015 ha colpito 325 milioni di persone nel mondo, con 257 milioni di persone che vivono con l’epatite B e 71 milioni di persone che vivono con l’epatite C – che sono i due principali killer dei cinque tipi di epatite. L’epatite virale ha causato 1,34 milioni di morti nel 2015: una cifra vicina al numero di morti per la tubercolosi e che supera le morti legate all’HIV.

Una situazione inaccettabile
A tal proposito si è espresso il dott. Gottfried Hirnschall, direttore OMS dell’HIV Department and Global Hepatitis Programme: «La risposta nazionale contro l’eliminazione dell’epatite sta guadagnando slancio ma, nella migliore delle ipotesi, solo una persona su dieci di coloro che vivono con l’epatite sa di essere infettata e che può accedere al trattamento. Questo è inaccettabile».
«Affinché l’eliminazione dell’epatite divenga una realtà – prosegue Hirnschall – i Paesi devono accelerare i loro sforzi e aumentare gli investimenti in assistenza sanitaria. Non c’è alcun motivo per cui molti milioni di persone non sono ancora stati sottoposti al test per l’epatite e non possono accedere al trattamento di hanno bisogno». È dunque fondamentale che si dia avvio a una politica che l’ISS definisce del ‘trattare tutti’ affinché si possa garantire un più ampio accesso ai farmaci e ai trattamenti.

Una strategia vincente
A suggerire che il ‘trattare tutti’ possa essere una strategia vincente è uno studio pubblicato sulla rivista Hepatology e condotto dai ricercatori dell’ISS. Lo studio ha coinvolto 100 centri clinici italiani, per poi valutare quali potrebbero essere i benefici e i costi di un trattamento ‘universale’ di tutti i pazienti e non solo dei pazienti con malattia avanzata del fegato. Anche se in Italia vi è un numero maggiore di persone affette da Epatite C, rispetto al resto d’Europa, i dati acquisiti mostrano che se si estendesse il numero dei pazienti da trattare la sanità risparmierebbe in modo significativo, dato che i prezzi dei nuovi farmaci inevitabilmente caleranno. «In altre parole – si legge nel comunicato ISS – la strategia del ‘trattare tutti’ ha un rapporto costi-benefici estremamente favorevole. In questo senso sono indirizzate le strategie sanitarie italiane: trattare tutti i pazienti con infezione cronica da HCV, proprio per gli importanti guadagni in termini di salute e per la parallela riduzione nel tempo dei costi sostenuti dal Servizio Sanitario Nazionale».

Sempre più Paesi in azione
A essere sempre più attivi contro l’epatite sono molti Paesi oggi. Un impegno che l’OMS vede con ottimismo. «È incoraggiante – dichiara nel comunicato il dottor Tedros Adhanom Ghebreyesus, direttore generale dell’OMS – vedere i Paesi che si impegnano in azioni per affrontare l’epatite. Identificare gli interventi che hanno un impatto elevato è un passo fondamentale per eliminare questa malattia devastante. Molti Paesi sono riusciti a ridurre la vaccinazione contro l’epatite B. Ora dobbiamo spingere più a fondo per aumentare l’accesso alla diagnosi e al trattamento». Lo slogan di questa Giornata Mondiale dell’Epatite 2017 è ‘Eliminare l’epatite’, speriamo sia preso così.
Per maggiori info e approfondimenti visita il sito del worldhepatitisday.