19 aprile 2024
Aggiornato 09:30
Sanità

Responsabilità medica, arriva il protocollo

Intesa Csm-Fnomceo-Cnf per la formazione di periti. Il Protocollo giunto al termine di un lungo percorso

Medico
Medico Foto: BlurryMe | shutterstock.com Shutterstock

ROMA – E’ stato sottoscritto nella sede del Csm, il Protocollo d’intesa sulla revisione degli albi dei periti e dei consulenti tecnici in materia di responsabilità sanitaria, a seguito dell’entrata in vigore della legge Gelli-Bianco. Il Vicepresidente Giovanni Legnini per il Csm, il presidente Filippo Anelli per la Federazione nazionale dei medici e odontoiatri (FNOMCeO) e il presidente Andrea Mascherin per il Consiglio nazionale forense (CNF), sono i tre firmatari di un documento che costituisce un’autentica svolta in una materia che interessa da sempre, ma con un’accelerazione nel corso degli ultimi anni, l’opinione pubblica.

L’impronta della tecnologia
Lo sviluppo della scienza e della tecnologia - sottolinea il Csm in una nota - condiziona infatti sempre più, soprattutto nell’ambito della salute individuale e collettiva, i comportamenti individuali e i rapporti sociali, incidendo sui diritti della persona e sulle concrete tutele dei medesimi. Non a caso, è notevolmente cresciuta la frequenza con cui, nei tribunali, la definizione delle controversie civili e penali vertenti su quei diritti dipende dalla soluzione di questioni tecnico-scientifiche, per le quali è fondamentale per il giudice disporre di una qualificata assistenza da parte di esperti.

Il principio del protocollo
Il Protocollo giunge al termine di un lungo percorso, nato all’interno della Settima Commissione del Csm (presidenti i togati Claudio Galoppi e Nicola Clivio; relatore il laico Renato Balduzzi). Il gruppo di lavoro è stato coordinato dal magistrato Claudio Viazzi e ha coinvolto anche medici e avvocati. Il principio fondamentale del Protocollo - spiega la nota - è quello di elevare le garanzie di qualità della competenza professionale e dell’indipendenza di giudizio richieste ai periti e ai consulenti tecnici iscritti negli appositi albi dei tribunali. Si tratta di un cambio di passo perché nel Protocollo sono contenute raccomandazioni volte ad armonizzare le procedure di formazione degli albi e le regole sulla loro tenuta presso i singoli tribunali, così da ridurre disparità di prassi che si ripercuotono negativamente sull’uniformità della tutela dei diritti dei cittadini. Un cambio di passo importante anche sotto il profilo culturale, nella consapevolezza del ruolo che, nei procedimenti civili e penali, ha la valutazione tecnica richiesta all’esperto dal pubblico ministero o dal giudice: ecco perché è importante porre il magistrato nelle condizioni di poter scegliere il perito o il consulente attingendo ad albi affidabili e controllati.