Sangue: 1,3 milioni di donatori in Italia, ecco l'antidoto alle mafie
L'intervento del Procuratore di Catanzaro chiude i lavori a Lecce dell’82ma Assemblea Generale di AVIS

ROMA – L’importanza della donazione di sangue è sottolineata dai numeri: in Italia sono oltre 1, 3 milioni di soci e 2 milioni le donazioni nel corso di tutto il 2017. Dati, questi, che emergono dall’82ma Assemblea Generale di AVIS, che si è conclusa oggi a Lecce. Ospite d’eccezione dell’ultima giornata il procuratore della Repubblica di Catanzaro, Nicola Gratteri, intervistato dal giornalista Enzo Romeo. «La presenza di Gratteri - ha commentato il presidente di AVIS Nazionale, Alberto Argentoni - è stato un regalo per tutti noi, perché nel suo intervento ha richiamato AVIS e il volontariato a essere un anticorpo alla criminalità organizzata con i suoi valori fondanti di solidarietà, gratuità e trasparenza».
La riorganizzazione del sistema
«Le sfide che dobbiamo affrontare - ha aggiunto il Presidente - sono tante e richiedono sinergia e condivisione di intenti. Sul fronte sanitario, chiediamo che la riorganizzazione del sistema trasfusionale si adatti maggiormente alle esigenze dei donatori, che con il loro gesto volontario, anonimo, non retribuito, periodico e associato rispondono quotidianamente ai bisogni degli ammalati. AVIS si impegna a lavorare ancor di più su programmazione, chiamata, fidelizzazione e a rendere più efficiente la sua rete di raccolta, ma dall’altro lato ci auspichiamo un ampliamento delle opportunità di accesso alle strutture di raccolta, la disponibilità di personale sanitario formato e motivato».
Conciliare impegni e donazione
L’Assemblea è stata anche l’occasione per chiedere al mondo del lavoro maggiore attenzione nei confronti di chi deve conciliare impegni professionali e donazione di sangue: «Compiere questo gesto di generosità non può essere ostacolato, come purtroppo avviene in alcune realtà del nostro Paese - ha osservato il Presidente di AVIS Nazionale – Sebbene solo il 20% dei donatori dipendenti utilizzi la giornata di riposo prevista dalla legge, abbiamo individuato alcune grandi aziende, ma anche qualche piccola realtà, che mettono sullo stesso piano la malattia con la giornata di riposo per andare a donare il sangue».
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