28 marzo 2024
Aggiornato 19:00
Peste Suina Africana

Allarme Trichinella e Peste Suina. La Regione Sardegna: non consumare carni non certificate

Il direttore dell'IZS Luigi Arru: non vogliamo lanciare nessun allarmismo. Ma c'è molta preoccupazione per il possibile diffondersi dell'infezione. Non c'è cura

Peste suina o Trichellosi in Sardegna
Peste suina o Trichellosi in Sardegna Foto: Shutterstock

ROMA – Non si intende fomentare il panico, ma i casi di Trichinella o Peste Suina Africana (PSA) rinvenuti in Sardegna destano tuttavia preoccupazione. Difatti, tre dei quattro gruppi di campioni prelevati dai suini bradi illegali abbattuti a Orgosolo nelle ultime settimane sono risultati positivi ai controlli sulla Trichinella, eseguiti nei laboratori dell'Istituto zooprofilattico sperimentale (IZS). A seguito degli interventi di depopolamento di maiali bradi e alle analisi effettuate su questi animali sta emergendo un quadro preoccupante in relazione alla presenza della malattia fra suini domestici e cinghiali.

Niente allarmismi ma…
La comunicazione è stata data ieri durante una conferenza stampa, tenuta nella sede dell'Assessorato della Sanità a Cagliari, dall'assessore Luigi Arru, dal direttore generale dell'Istituto zooprofilattico sperimentale, Alberto Laddomada, e dal Direttore del Servizio sanità pubblica veterinaria e sicurezza alimentare, Daniela Mulas. «Non vogliamo alimentare alcun allarmismo – ha precisato Arru – ma lanciare un appello forte affinché tutti collaborino: dai consumatori a chi detiene maiali irregolari e privi di controlli sanitari. Continuare con il pascolo brado in questo momento significa continuare ad alimentare la Trichinella, la Peste suina africana e tante altre malattie. Interrompere questa pratica è quindi passaggio fondamentale per evitare dei danni alla salute dei cittadini».

Consegnate i suini perché non esistono vaccini o cure
L'assessore ha poi lanciato un appello ancora più deciso: «Coloro che hanno suini non registrati li consegnino o li mettano a disposizione dell'autorità pubblica e veterinaria, troveremo le modalità giuste per favorire quest'operazione. La sanità animale in determinati territori è talmente compromessa che, per quanto riguarda la PSA, l'unica soluzione possibile è il depopolamento dei maiali. Per combattere la Peste suina africana infatti non esistono vaccini o cure. Questa – ha concluso Arru – non è una battaglia contro una cultura o contro le comunità delle zone interne, ma è una battaglia di crescita dove l'obiettivo è creare una filiera del suino controllata, che possa permettere alle nostre carni di essere vendute ovunque senza alcun embargo. Liberare il comparto suino da 40 anni di PSA potrà permettere di creare nuove economie e occupazione soprattutto nelle zone rurali della Sardegna».

Massima preoccupazione
«La preoccupazione per il ritrovamento della Trichinella è massima – avverte il direttore generale dell'IZS, Alberto Laddomada – Lo è ancor di più perché a seguito degli abbattimenti di maiali allo stato brado illegale, iniziati ai primi di dicembre, è molto probabile che siano state fatte macellazioni clandestine di suini irregolari e che queste carni siano state trasformate in salumi o congelate. Quello che sta facendo la Regione oggi nell'ambito dell'eradicazione della PSA non è mai stato fatto prima: sia in sul piano del contrasto al pascolo brado illegale, sia sul monitoraggio della malattia nei cinghiali che sugli altri strumenti messi a disposizione per l'emersione dall'irregolarità». Laddomada ha poi ricordato che 19 dei 20 gruppi di maiali bradi sottoposti a controllo di laboratorio, in queste ultime 8 settimane, sono risultati sieropositivi alla PSA con percentuali che in media si attestano sul 75%.

Il pericolo delle carni non controllate
«Su carni non controllate dal punto di vista sanitario non c'è modo di evitare possibili infezioni da trichinellosi. Non sono infatti sufficienti salatura o cottura – spiega Daniela Mulas – Noi tuteliamo la salute dei cittadini, ma per farlo abbiamo bisogno della loro collaborazione. Per questo è fondamentale che si vada ad acquistare carni e salumi nelle strutture che sono registrate e che sottopongono i loro prodotti a tutti i controlli igienico sanitari. I maiali colpiti dalla malattia, visti dall'esterno, non mostrano alcun sintomo che possa far dubitare sulle reali condizioni di salute».

Il parassita della Trichinella anche nei cinghiali
Sempre a Orgosolo, in località Fundales, il 14 gennaio le Compagnie di caccia del paese avevano catturato dei cinghiali in cui, a seguito delle analisi programmate dall'UdP, era stato ritrovato il pericolosissimo parassita della Trichinella. Durante un'altra battuta di caccia un cinghiale abbattuto il 28 gennaio in agro di Orgosolo, in località Maheddu, era risultato positivo alla malattia. Sui maiali domestici la Trichinella era stata invece rinvenuta sui capi allo stato brado illegale abbattuti il 9 gennaio sempre a Orgosolo, in località Pradu. In quell'occasione due macro-campionature effettuate su 112 campioni erano risultate positive. Alla luce di questi risultati appare chiaro che i maiali allo stato brado presenti in agro di Orgosolo sono contaminati in forma massiva, con tutto quello che ne consegue in termini di rischio per le persone che si alimentano con carni e salumi non controllati.

Cos'è la Trichinellosi
E' una zoonosi parassitaria del genere Trichinella, causata appunto dal parassita Trichinella. Presente in tutti i continenti tranne che nell'Antartico, è stata segnalata in più di 100 specie di mammiferi, 13 specie di uccelli, 3 specie di rettili. Colpisce più di 2.500 persone all'anno. Il parassita è presente in Sardegna dal 2005 quando in due distinti focolai (aprile e dicembre) 19 persone finirono in ospedale con sintomi clinici causati da grave infestazione di Trichinella, in entrambi i casi venne accertata che l'origine dell'infestazione era dovuta al consumo di insaccati freschi provenienti da suini macellati senza controllo sanitario. I casi si verificarono a Orgosolo.
Nel 2007 c'è stato un altro caso umano, poi nessuna segnalazione fino al gennaio 2011 quando è ricomparsa la malattia con 6 casi umani che hanno richiesto il ricovero in ospedale. Il numero sarebbe potuto essere molto più elevato se non si fosse adottata l'ordinanza comunale, concordata con l'assessorato della Sanità, che consentiva il controllo degli animali irregolari macellati per consumo familiare nel comune di Orgosolo. Infatti, dopo aver confermato che la fonte dell'infestazione nelle persone ricoverate erano stati, anche in questo caso, gli insaccati provenienti da una scrofa macellata per uso famiglia, nel periodo gennaio-marzo l'IZS di Nuoro ha esaminato 351 maiali, allevati allo stato brado nel territorio comunale di Orgosolo senza alcun controllo sanitario, riscontrando positività per Trichinella in altri 8 capi, prontamente esclusi dal consumo alimentare.

I sintomi e la diagnosi di Trichinellosi*
Nell'uomo il quadro clinico varia dalle infezioni asintomatiche a casi particolarmente gravi, con alcuni decessi. La sintomatologia classica è caratterizzata da diarrea (che è presente in circa il 40% degli individui infetti), dolori muscolari, debolezza, sudorazione, edemi alle palpebre superiori, fotofobia e febbre.
La diagnosi viene suggerita dalla presenza di marcata eosinofilia (fino al 70%), leucocitosi, aumento degli enzimi muscolari (Cpk) e confermata attraverso esami sierologici, o biopsia muscolare positiva per Trichinella.

Per ora solo nei territori di Orgosolo
La Trichinella, a oggi, tranne un'unica positività riscontrata nel 2008 in un cavallo importato dai Paesi dell'Est e macellato regolarmente in un mattatoio della provincia di Cagliari, in Sardegna è stata rilevata solo nei territori del comune di Orgosolo. I risultati ottenuti in queste ultime settimane rafforzano l'ipotesi che il persistere di questa malattia in quel territorio sia dovuta alla forte presenza del pascolo brado, dove il suino contribuisce in modo importante alla endemicità della Trichinella. L'infezione, dai primi focolai del 2005, si è diffusa in quasi tutto l'agro del paese e si avvicina pericolosamente ai comuni limitrofi, in particolare di Nuoro e Oliena. Il periodo invernale rappresenta il momento di maggior rischio di infezione per l'uomo, perché in questa stagione, tradizionalmente, si macella il maiale per preparare prosciutti, salsicce, guanciali, pancetta, coppe. Questi prodotti 'fatti in casa' rappresentano la principale sorgente di infezione poiché non sottoposti a cottura ed è quindi assolutamente necessario che tutti gli animali macellati o cacciati siano controllati con esami specifici per la ricerca della Trichinella, prima del loro consumo.

I serbatoi di Trichinella
La fauna selvatica e in particolare le volpi, che costituiscono il principale serbatoio della Trichinella, e i cinghiali interagiscono con le diverse specie selvatiche e con suini bradi presenti nello stesso territorio. La presenza della Trichinella nella fauna selvatica e la promiscuità tra questa e i suini allevati allo stato brado è un motivo in più (si veda la PSA) per regolamentare definitivamente l'allevamento estensivo del suino, da portare avanti al pascolo confinato e in regime di semibrado.

Fonte: Epicento - ISS