Dolore in età pediatrica, l'esperto: medici timorosi verso l'uso degli oppiacei
Il timore dei medici nell'uso di oppiacei nei bambini come ostacolo alle terapie, secondo l'esperto

ROMA – Gli esperti della terapia del dolore ritengono che il timore circa l'utilizzo degli oppiacei nel bambino, sia da parte dei medici che dei genitori, rappresenti l'ostacolo maggiore nella terapia di contrasto del dolore moderato-severo. E' quanto asserisce Fabio Borrometi, responsabile della Terapia del Dolore A.O.R.N Santobono-Pausilipon di Napoli «In questi ultimi anni – osserva Borrometti – si è registrata una maggiore attenzione al dolore in età pediatrica. L'obiettivo è di preservare il bambino da esperienze dolorose e spiacevoli durante il suo ricovero in ospedale. La sedazione pediatrica, in questi ultimi anni, ha più ampia diffusione, ma la pratica deve sempre garantire efficacia della tecnica prescelta e la sicurezza del piccolo paziente che è sottoposto a sedazione. Questi aspetti si possono sintetizzare in tre parole chiave: attento assessment del bambino, corretta scelta dei farmaci, opportuno monitoraggio clinico e strumentale».
Non ci sono nuovi farmaci per i bambini
Al momento, sottolinea l'esperto, «non sono disponibili nuovi farmaci analgesici per l'età pediatrica anche se ci sono in corso studi di fase 3 per la registrazione di un "nuovo" oppioide già utilizzato da anni nell'adulto. Oggi è prioritario promuovere l'utilizzo dei farmaci analgesici già in commercio prima ancora di avvertire l'esigenza di registrare per l'età pediatrica le molecole utilizzate nell'adulto. Il timore dell'utilizzo degli oppiacei nel bambino, sia da parte dei medici che dei genitori, rappresenta forse l'ostacolo maggiore nel contrastare la terapia del dolore moderato-severo».
Un'importante risorsa terapeutica
Nel trattamento del dolore procedurale le tecniche non farmacologiche, affiancate a quelle farmacologiche, rappresenterebbero un'importante risorsa terapeutica, ha dichiarato Borrometi. «La presenza della madre e del padre (o almeno uno dei due), in occasione di una procedura dolorosa, è forse tra queste la più semplice ed efficace. I genitori, ben informati e addestrati al loro ruolo di supporto, rappresentano una straordinaria risorsa. I bambini, soprattutto i più piccoli, chiedono di non separarsi dai genitori e quindi la loro presenza contribuisce favorevolmente alla sedazione. Dall'altra parte il sentirsi coinvolti e utili ha un effetto rassicurante anche per i genitori innescando così una spirale virtuosa molto importante non solo per la sedazione in sé ma anche nella percezione della qualità delle cure ricevute».
- 21/10/2022 Per gli anziani si apre la stagione del «Less is more»
- 11/08/2021 A Torino salvo un bimbo di 4 anni con un rene trapiantato sul pancreas
- 29/06/2021 Cardiochirurgia apre a intelligenza artificiale e realtà aumentata
- 06/12/2018 La maggior parte delle persone mente al proprio medico, ecco perché