30 marzo 2023
Aggiornato 17:00
Rapporto medico e paziente

La maggior parte delle persone mente al proprio medico, ecco perché

Un’indagine svela che la maggioranza delle persone tende a mentire al proprio medico. Ecco perché e come

Chi più chi meno, siamo tutti colpevoli di aver mentito almeno una volta al nostro medico. Accade in particolare quando egli ci chiede, per esempio, quanta attività fisica facciamo, cosa mangiamo di solito o cosa abbiamo mangiato ultimamente, se prendiamo con regolarità i farmaci prescritti e così via. In tutti questi casi, spesso tendiamo a mentire o a diluire la verità.

Siamo noi a rischiare seriamente
Forse pensiamo che mentire al medico sia cosa di poco conto oppure lo facciamo perché vogliamo evitare di essere giudicati. Solo che, a differenza di quello che possiamo credere, a rimetterci siamo soltanto noi. Difatti, secondo uno studio condotto dagli scienziati della University of Utah Health e del Middlesex Community College in collaborazione con i colleghi dell’Università del Michigan e dell’Università dell’Iowa, il 60-80% delle persone intervistate non è stato in grado di fornire ai propri medici informazioni che potrebbero essere rilevanti per la loro salute. Mettendosi di fatto a rischio, anche molto serio.

Anche se non capiamo
Tra i vari motivi per non aver detto la verità o per aver omesso un qualcosa, è emerso dallo studio che la maggior parte delle persone lo ha fatto perché, appunto, volevano evitare di essere giudicate o non volevano essere oggetto di una lezione su quanto fossero cattivi certi comportamenti. Più della metà, poi, erano semplicemente troppo imbarazzati per dire la verità. Oltre a ciò, vi sono spesso il non aver capito le istruzioni dettate dal medico o il non aver parlato quando si era in disaccordo con le sue raccomandazioni. Questo silenzio, spesso è peggio che il mentire. «La maggior parte delle persone vuole che il proprio medico pensi bene di loro – ha spiegato la dott.ssa Angela Fagerlin, autrice principale dello studio – Sono preoccupati di essere classificati come qualcuno che non prende decisioni valide».

L’indagine
I ricercatori, per questa indagine hanno coinvolto un primo gruppo di 2.011 partecipanti con una media di 36 anni e un secondo gruppo di 2.499 partecipanti con un’età media di 61 anni. Ai partecipanti sono stati presentati sette scenari comuni in cui un paziente potrebbe sentirsi incline a nascondere i propri comportamenti di salute ai propri medici e ha chiesto di selezionare tutto ciò che gli era accaduto. Poi è stato chiesto loro di ricordare perché hanno fatto quella determinata scelta.

I risultati
In entrambi i sondaggi, le persone che si sono identificate come donne, come più giovani e che hanno riferito di essere in cattive condizioni di salute, avevano maggiori probabilità di segnalare di aver omesso di rivelare informazioni clinicamente rilevanti al proprio medico. «Sono sorpreso che un numero così considerevole di persone abbia scelto di nascondere informazioni relativamente benigne e abbia anche ammesso di averlo fatto», ha commentato Andrea Gurmankin Levy, primo autore dello studio. Il problema con la disonestà di un paziente, sottolineano i ricercatori, è che i medici non possono offrire un consiglio medico accurato quando non hanno in mano tutti i dati e le informazioni. «Se i pazienti nascondono informazioni su ciò che mangiano o se stanno assumendo i loro farmaci, questo può avere implicazioni significative per la loro salute, specialmente se hanno una malattia cronica», ha avvertito Levy.

Riferimento: JAMA Network.