18 aprile 2024
Aggiornato 09:00
Droghe sintetiche mortali

Torino, muore per droga sintetica. È allarme Pink

Un giovane torinese di 42 anni compra della droga sintetica online e dopo averla assunta si sente male. Ma al Sert dicono che si tratta solo di tensione dovuta da problemi di coppia. È Pink, detta anche detta U-47700

Pink, la droga sintetica mortale
Pink, la droga sintetica mortale Foto: Shutterstock

TORINO – Muore per una banalissima pillola. E' accaduto a Torino dove un uomo di 42 anni è deceduto - sembra - a causa dell’assunzione di una droga sintetica chiamata Pink, per via del suo colore rosa, e nota anche come U-47700. Questa è la prima vittima in Italia di questa droga sintetica molto diffusa all’estero, e in particolare negli Stati Uniti dove ha causato molte morti – si parla di almeno 46 soltanto nell’ultimo anno. Questo oppioide sintetico si può tranquillamente acquistare online e una volta che si assume, come accade per tutto questo genere di droghe o farmaci, è poi difficile smettere e non si può farne più a meno. Il rischio è sempre quello di un’overdose, perché anche gli effetti calano dopo che si assume sempre la stessa dose – senza contare i devastanti effetti che produce sul corpo e sulla mente.

Per ora è legale
Quello che al momento si sa è che questa droga sintetica è ancora legale in molti Paesi, nonostante sia ormai dimostrato che può uccidere. È venduta sia in compresse che in polvere e diviene potenzialmente letale, specie se combinata con altre sostanze psicotrope. Anche se nei siti in cui viene venduta vi sono degli avvertimenti circa l’uso, e che è un sedativo non adatto all’uso umano, è chiaro che è soltanto fumo negli occhi. Chi la conosce sa bene che serve per sballare.

La vittima
La prima vittima italiana di Pink, secondo quanto riferito dall’Istituto Superiore di Sanità, è stata Mario, torinese di 42 anni con moglie e due figli, rispettivamente di 10 e 12 anni, che sono rimasti soli dopo la tragedia avvenuta lo scorso agosto. La moglie Francesca, ancora sconvolta, ha raccontato ai media locali che la loro era una famiglia felice. E come tante avevano tutto quello che necessitava loro; anzi, perfino il superfluo. Ma poi il dramma, tragico epilogo di una situazione che si trascinava da circa due anni, con lei che trova il marito esanime sul pavimento di casa.

Un video inascoltato
Nel tentativo di salvare Mario, la moglie Francesca aveva anche girato di nascosto un video, mentre erano a cena in casa. La sua intenzione era portarlo al Servizio Tossicodipendenze (Sert) di Torino per dimostrare che il marito stava davvero male, e che non era soltanto un problema ‘nervoso’ dovuto alle tensioni famigliari, come pare le fosse stato detto. Nel filmato si vede Mario che si addormenta a tavola mentre sta parlando, quasi cadesse in uno stato onirico improvviso. Ed è evidente che c’è qualcosa che non va, e che era proprio la droga (venduta appunto come sedativo) che stava facendo il suo lavoro. Il tragico è che proprio pochi giorni prima della morte di Mario, gli esperti del Sert dopo aver accertato che nel suo sangue non erano presenti tracce di eroina né di altre sostanze note, avevano concluso che «evidentemente soffriva solo di attacchi di panico che probabilmente nascevano da problemi di coppia», assicurando che li avrebbero potuti risolvere rapidamente con una buona psicoterapia, racconta la moglie.

Aperto un fascicolo d’indagine
Ora, dopo la triste vicenda, è stato aperto un fascicolo d’inchiesta dalla Procura di Torino. Due sono i due filoni di indagine: il primo atto a stabilire dove e come è stata comprata la sostanza che ha ucciso Mario. Mentre il secondo è come sia possibile che al Sert non abbiano riconosciuto quanto stava accadendo. L’avvocato Silvia Grosso che segue il caso ha fatto notare che Mario aveva espressamente dichiarato al Sert di stare assumendo «ogni tipo di droga», comprese quelle dette sperimentali. Al momento, tuttavia, non ci sono indagati, e si dovrà attendere quale piega prenderanno le indagini. Solo che nessuno ormai potrà restituire la vita a Mario, e un marito e papà ai familiari.