25 aprile 2024
Aggiornato 20:00
Diagnosi cancro

Arriva un nuovo biomarcatore per il tumore al fegato: basta un prelievo di sangue

Un nuovo biomarcatore consentirà diagnosi precoci di epatocarcinoma. Da oggi disponibile in Puglia. È anche in grado di valutare il rischio di tumore e la presenza di statosi epatica

Un nuovo biomarcatore per il cancro al fegato
Un nuovo biomarcatore per il cancro al fegato Foto: Shutterstock

Da oggi sarà possibile individuare la presenza del tumore al fegato HCC – uno dei carcinomi più diffusi -  attraverso un nuovissimo biomarcatore. Il suo nome è SCCA-IgM e si riferisce all’espressione dell’interazione fra antigeni del tumore e il sistema immunitario della persona. Il test è per ora disponibile nel laboratorio di Patologia clinica dell'Irccs S. De Bellis di Castellana Grotte (Bari). Ma sarà da subito usufruibile anche per tutti i centri diagnostici pugliesi, impegnati nella ricerca di questo tipo di cancro.

Come richiedere il test
Il test si esegue tramite un semplice prelievo di sangue e ha lo scopo di determinare uno dei carcinomi dal fegato più temibili: l’HCC. Per eseguire il test è sufficiente «una semplice richiesta, tramite impegnativa del medico curante, così come accade per qualunque altro esame bioumorale». In questo modo si potrà «ottenere, in pochi giorni, l'esito del test da condividere con lo specialista. La Puglia – spiega il presidente della Regione, Michele Emiliano - si conferma una regione estremamente vitale nel cogliere le innovazioni in campo sanitario».

Un importante passo avanti
«Lo sviluppo della ROP, la rete oncologica pugliese, procede speditamente – continua Emiliano - e si arricchisce di un ulteriore importante tassello, fondamentale per aiutare il medico a diagnosticare precocemente l'evoluzione della malattia, in questo caso, il tumore al fegato, ed aiutarlo nel trattamento specifico e nella terapia personalizzata del paziente».

Cos’è l'SCCA-IgM
L'SCCA-IgM è, in sostanza, un antigene del carcinoma a cellule squamose che è stato complessato alle immunoglobuline Ig M. Viene quindi considerato un innovativo biomarcatore oncologico. L’ideazione la si deve a due gruppi indipendenti di ricercatori coordinati dalla professoressa Pontisso e dal professor Gianluigi Giannelli, entrambi alla guida dell'IRCCS di Castellana Grotte.

Cosa serve il test
Oltre alla diagnosi di tumore HCC, il test può valutare il rischio di sviluppo del carcinoma nelle persone affette da cirrosi. Ma anche comprendere l’evoluzione della malattia nei pazienti con epatite C cronica e monitorare il trattamento farmacologico in chi è HCV positivo. Infine, può essere utile a rilevare una steatosi non alcolica (NASH).

Cos’è l’epatocarcinoma o HCC
Si tratta di uno dei tumori primitivi del fegato, più diffusi. L’incidenza, nel nostro paese, è di 11 casi ogni 100.000 abitanti. Le persone più colpite sono di età compresa fra i 60 e gli 80 anni, di sesso maschile. Tra le cause più frequenti c’è l’infezione da epatite B o C. Tra i sintomi più comuni – spesso evidenti solo in stadio avanzato – ci sono la perdita di peso, la stanchezza cronica e il dolore al fianco destro. Se sono presenti metastasi ossee si possono accusare dolori nelle zone colpite, così come si può avere difficoltà respiratoria in caso di metastasi al polmone. In alcuni casi si può manifestare anche ittero.