19 aprile 2024
Aggiornato 07:00
Scienza e tecnologia

Intelligenza Artificiale di Google: così l’immaginazione non è più prerogativa umana

Una nuova sfida per Google DeepMind: un’intelligenza artificiale in grado di immaginare e prevedere conseguenze e rapporti causa-effetto

DeepMind, l'intelligenza artificiale di Google
DeepMind, l'intelligenza artificiale di Google Foto: Shutterstock

La differenza tra esseri umani e robot è sempre stata quella – per i primi - di essere dotati di un pensiero proprio e di un’individualità. Ma cosa accadrebbe se un giorno, androidi evoluti si comportassero alla stregua di una persona? È forse la domanda che si sono fatti gli scienziati di DeepMind, un'impresa britannica di intelligenza artificiale acquistata da Google tre anni fa. Impresa che in pochi anni sta facendo passi da gigante. L’intelligente Artificiale, per esempio, è già in grado di sincronizzare perfettamente il labiale durante un discorso. Un po’ fa il nostro cervello mentre parliamo. Ma ora pare possa fare molto di più: immaginare.

Rapporti causa ed effetto
L’essere umano è, infine, un robot altamente evoluto. Che sia stato creato da un dio o da qualche scienziato super potente nessuno lo potrà mai sapere. Quello che è certo è che i progressi che sta facendo l’intelligenza artificiale possono davvero emulare le capacità di un creatore. Gli scienziati di Google DeepMind stanno infatti cercando di ottenere da un semplice androide una capacità prettamente umana: quella di immaginare. Soprattutto prevedere le conseguenze delle proprie azioni. Un po’ come fa un bambino nei primi anni di vita.

Comportamenti umani
La sfida di Google è quindi quella di far assumere – a quello che fino a ieri avevamo considerato un semplice robot – delle caratteristiche umane. E non stiamo parlando solo di sembianze. Bensì di una capacità molto complessa e articolata anche per un individuo: cercare di comprendere le conseguenze delle proprie azioni. «Se i nostri algoritmi devono sviluppare comportamenti altrettanto sofisticati, anche loro devono avere la capacità di immaginare e di ragionare sul futuro», dichiarano gli esperti.

Il mondo reale non è come quello virtuale
La differenza tra mondo reale e virtuale è un concetto che ci sta molto a cuore negli ultimi anni. E la sifda di Google è proprio quella di rendere un’intelligenza artificiale perfettamente compatibile con il mondo reale. All’interno di un gioco è tutto più semplice perché ci sono regole e schemi definiti. Ma quando si ha a che fare con il mondo reale e i suoi imprevisti è tutto un altro paio di maniche. Tuttavia il fondatore di DeepMind, Demis Hassabis, sembra essere pronto anche a questa sfida: Imagination-Augmented Agents, utilizza un codificatore di immagine, ovvero una rete neurale che aiuta l’androide a capire quali sono le previsioni utili da tener presente. A questo punto verrà da chiedersi se fra qualche anno l’intelligenza artificiale potrà sostituire quella umana e se, nel caso, sarà più attenta ai bisogni del pianeta e degli individui che la popolano.