23 aprile 2024
Aggiornato 11:30
Ricerca scientifica

Obesità, diabete e cancro al seno: scoperta la relazione

Identificati i 38 geni responsabili dell’obesità, diabete di tipo 2 e cancro al seno. Sarebbero correlati anche con infiammazione, risposta immunitaria e infertilità

Scoperta la relazione genetica del cancro al seno
Scoperta la relazione genetica del cancro al seno Foto: Shutterstock

MILANO - L’obesità è un fenomeno in costante aumento. Le statistiche Istat sono allarmanti: una persona su dieci è affetta da questo disturbo. Se si pensa che una persona su cinque fuma, salta subito all’occhio l’incredibile quantità di soggetti in sovrappeso. Ma la notizia ancora più drammatica è che pare esserci una stretta relazione tra peso eccessivo, diabete e cancro. Specie quello al seno. Oggi, finalmente, alcuni ricercatori sembrano aver trovato il rapporto che esiste tra la comparsa di un tumore e l’obesità.

La scoperta
La relazione genetica che esiste tra obesità e cancro al seno sembra essere stata identificata da un team di ricerca del Centro della Complessità e dei Biosistemi (CC&B) dell’Università di Milano. Pare, infatti, che esista un’impronta unica che accomuna obesità, diabete di tipo 2 e cancro.

I geni incriminati
Secondo le ultime ricerche esistono ben 38 geni che possono essere espressi in maniera diversa negli adipociti presenti nelle persone affette da obesità. Tali geni sembra siano anche strettamente correlati con infiammazione e risposta immunitaria. Ma anche diabete di tipo 2 e disturbi della fertilità. Gli scienziati hanno però scoperto anche che questi 38 geni sono associati al cancro alla mammella. La scoperta potrebbe rappresentare un nuovo sviluppo sullo studio di nuovi marcatori biologici.

L’effetto Batch
Per comprendere cosa accade a livello del nostro DNA i ricercatori hanno utilizzato un metodo completamente innovativo al fine di accedere ai Big Data. In questo modo sono riusciti a identificare con maggior facilità il genere di geni attivati o alterati nei vari individui e nelle relative patologie. Questo nuovo sistema evita un problema molto comune che si verifica nell’analisi dei dati di trascrittomica chiamato effetto batch. Questo impedirebbe di confrontare i differenti dati provenienti da vari campioni biologici.

  • Sapevi che…?
    La trascrittomica è una disciplina che studia gli RNA messaggeri di ogni singola cellula. Da questi, grazie al processo di traduzione, derivano tutte le proteine conosciute fino ad ora che costituiscono gli organismi viventi.

Un problema risolto
Da tempo i bioinformatici cercano di ovviare all’effetto batch al fine di analizzare una grande quantità di dati come se provenissero tutti dallo stesso gruppo. E pare proprio che questa volta i ricercatori italiani siano riusciti nel loro intento trovando un approccio totalmente nuovo che risolve il problema. La loro idea si basa sulla combinazione di due tecniche: la decomposizione ai valori singolari e l’analisi di deregolazione dei pathway. 

Una strategia valida anche per altre patologie
«Questa strategia di analisi potrebbe venir utilizzata anche per studiare altre patologie, consentendo di sfruttare con maggior accuratezza l’enorme quantità di dati accumulati nella letteratura biomedicale», ha dichiarati Caterina La Porta, prima autrice dello studio e professoressa di patologia generale al Dipartimento di scienze e politiche ambientali dell’Università di Milano. La ricerca è stata pubblicata su NPJ System Biology and Applications.