25 aprile 2024
Aggiornato 14:00
Salute

Depressione, i dati sono allarmanti e 1 italiano su 3 la teme come il cancro

Onda, l'Osservatorio Nazionale sulla salute della Donna ha presentato alla Camera dei Deputati il Libro Bianco sulla depressione. I dati sono allarmanti e mostrano che, dopo il cancro, è la malattia che spaventa di più gli italiani

ROMA – La depressione fa paura. E lo sa soprattutto chi l'ha già sperimentata, perché è come vivere un inferno sulla Terra. Nonostante l'impegno della ricerca per trovare una cura definitiva e priva di effetti collaterali, sono ancora molti i passi da compiere. Nel frattempo, la malattia pare diffondersi a macchia d'olio. Trend confermato dal Libro Bianco presentato da ONDA, l'Osservatorio nazionale sulla salute della donna, che mostra un quadro inquietante.

L'allarme anche dall'Oms
«La depressione entro il 2030 costituirà, secondo l'OMS, Organizzazione Mondiale della Sanità, la malattia cronica più diffusa», spiega nel comunicato Francesca Merzagora, Presidente Onda – Sono quasi 4.500.000 le persone depresse in Italia e le donne, rispetto agli uomini, ne sono coinvolte in una proporzione di 2:1 sia come pazienti sia come caregiver. A ciò si aggiunge il profondo cambiamento del ruolo multitasking femminile (aumento della quantità di lavoro, maggiori carichi di responsabilità associati a ruoli professionali apicali, conciliazione, acquisizione di abitudini di vita scorrette) che accentua ancor più lo stress fisico e psico‐emotivo, considerato dalla maggioranza delle donne (il 57% secondo la nostra indagine) una delle principali cause della depressione».

L'indagine
L’indagine condotta da Onda si è svolta su un campione di 1.004 soggetti (503 donne e 501 uomini). I risultati sono stati presentati il 22 giugno alla Camera dei Deputati insieme al primo «Libro Bianco sulla depressione», in cui si sono fotografati tutti gli aspetti della malattia: sociali, epidemiologi, clinico‐diagnostici, terapeutici assistenziali ed economici. L'opera di Onda è stata resa possibile grazie a un contributo incondizionato di Lundbeck, ed evidenzia come «la depressione maggiore sia un disturbo psichiatrico molto temuto, diffuso e in crescita nella popolazione, rappresentando uno dei principali problemi di salute pubblica mondiale con un costo totale pari a 800 miliardi di dollari e con circa il 56% dei pazienti che non ricevono un trattamento adeguato. In Italia lo è una persona con la malattia su tre, secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità.

La più temuta dopo il cancro
Secondo quanto emerso dall'indagine, per impatto percepito sulla vita di chi ne soffre la depressione è al secondo posto (27%) dopo i tumori e il 58% la considera una 'vera' malattia come quelle fisiche, da diagnosticare precocemente e curare. Più fatalista è 1 persona su che 4 la ritiene invece una condizione mentale che non si può capire fino in fondo e con cui si può solo convivere. La depressione, tuttavia, intacca pesantemente la qualità della vita, ed una delle principali cause di invalidità temporanea e permanente. Una condizione che ha altrettanto pesanti ripercussioni economiche e umane.

Molte le cause, diversi i sintomi
Gli italiani considerano l'insorgere della malattia il risultato di una somma di diversi fattori, e non una conseguenza di un fattore univoco. Secondo gli intervistati a cui è già stata diagnosticata la depressione a incidere di più sono i traumi (69%) e lo stress (60%). Chi invece non ne ha avuto esperienza ritiene che la depressione sia provocata principalmente da una personalità emotivamente fragile (67%). I partecipanti all'indagine hanno descritto i sintomi principali, che sono i pensieri negativi (69%), la solitudine (67%) e la tristezza (63%). L’impatto spesso è devastante, con una ripercussione non solo sulla vita della persona ammalata ma anche sulla famiglia. Per un intervistato su 3 anche i disturbi di natura cognitiva, come la difficoltà a prendere decisioni e a mantenere la concentrazione, provocano un forte impatto sulla qualità della vita.

Aumentare la consapevolezza
«L’obiettivo di Onda nella lotta contro la depressione – sottolinea Francesca Merzagora – è di aumentare la conoscenza e la consapevolezza di questa malattia, nonché ridurre lo stigma nella popolazione, avvicinando i pazienti a una diagnosi precoce e a cure tempestive e contribuendo a migliorare la qualità e l’accessibilità dei servizi ospedalieri e territoriali dedicati. Il Libro Bianco presentato ieri testimonia e rinnova l’impegno di Onda nella lotta contro la depressione per sensibilizzare le Istituzioni per giungere, ci auguriamo, grazie anche al supporto della Società Italiana di Psichiatria, alla definizione di un Piano nazionale che garantisca a tutti i pazienti l’accesso a una diagnosi precoce, ad appropriati percorsi terapeutico‐assistenziali e a un’efficace rete di servizi territoriali. L'avvio di un'indagine conoscitiva della Commissione Igiene e Sanità del Senato, come condiviso con la Sua Presidente, consentirebbe di avere un quadro preciso e aggiornato da cui partire».

Una sfida globale
«La depressione costituisce la principale sfida per la salute globale del XXI secolo, anche in Italia è in aumento la sua incidenza e prevalenza – aggiunge Claudio Mencacci, Presidente della Società Italiana di Psichiatria – In un recente studio in via di pubblicazione, che ha coinvolto in 18 centri specializzati per la cura della depressione oltre 700 persone, è emerso che trascorrono 23 mesi tra comparsa dei primi sintomi e decisione di rivolgersi a un medico, mentre il tempo prima di ricevere una diagnosi è di 25,5 mesi. In Italia 4,5 milioni sono le persone colpite da depressione e le donne lo sono in particolare nei periodi di loro maggiore vulnerabilità: adolescenza, perinatale, climaterio ed età avanzata. La depressione ha riflessi sia sulla sfera dell’umore sia sulla sfera cognitiva peggiorando e diminuendo la qualità e la quantità di vita dei pazienti. Auspico l'avvio di un Piano nazionale di lotta alla depressione per dare risposte concrete a quella che l'OMS definisce la seconda causa di disabilità nel mondo».

Un problema di grande rilevanza
«Sebbene la depressione rappresenti un problema di salute di grande rilevanza sotto il profilo clinico, sociale ed economico, le evidenze mostrano come si tratti di una patologia fortemente sotto diagnosticata e sotto trattata – afferma Americo Cicchetti, Direttore dell’Alta Scuola di Economia e Management dei Sistemi Sanitari ALTEMS dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma – I risultati della nostra review sistematica sul costo sociale della depressione evidenziano un costo diretto per paziente compreso tra € 1.451 e € 11.482 all’anno a seconda della severità e del contesto di riferimento. Il costo indiretto, invece, varia tra € 1.963 e € 27.364. Tra i costi diretti, lo sbilanciamento tra il peso delle ospedalizzazioni per complicanze rispetto alle prestazioni di diagnosi e ai trattamenti farmacologici, suggerisce che modelli di presa in carico globale del paziente e percorsi ad hoc, potrebbero sensibilmente migliorare la gestione della patologia».