2 ottobre 2025
Aggiornato 09:30
Medicina

Gli antibiotici possono alterare le funzioni cerebrali

Trattamenti prolungati con gli antibiotici, che alterano la flora batterica intestinale, possono avere effetti negativi sul cervello. Un altro studio che conferma come si debbano prendere provvedimenti sull’abuso di antibiotici e la resistenza

Antibiotici, l'abuso potrebbe alterare le funzioni del cervello
Antibiotici, l'abuso potrebbe alterare le funzioni del cervello Foto: Shutterstock

BERLINO – Se da una parte gli esperti mettono sull’avviso circa la possibile ecatombe prevista per il 2050, quando saranno dieci milioni le persone che ogni anno potrebbero morire a causa della resistenza batterica agli antibiotici, un nuovo studio tedesco suggerisce che questi farmaci possono anche alterare le funzioni cerebrali.

Un abuso continuo
Il problema con gli antibiotici, che restano comunque dei farmaci indispensabili in certe situazioni, è che se n’è spesso fatto un abuso. Da un lato c’è stata una ‘‘leggerezza’’ da parte di alcuni medici nel prescriverli; dall’altra dei pazienti che li hanno spesso richiesti e assunti quando non ve n’era bisogno. Il risultato è che ora si deve correre ai ripari. A complicare le cose, poi, è la possibile azione deleteria sul cervello, causata dalla precedente azione negativa sulla flora batterica intestinale da parte degli antibiotici.

Batteri buoni addio
La questione sollevata dallo studio condotto dai ricercatori del Centro di Medicina Molecolare Helmholtz a Berlino (Germania) e pubblicato su Cell Reports, è che l’uso prolungato di antibiotici distrugge la popolazione di batteri buoni dell’intestino, che si ritengono coinvolti nel buon funzionamento del cervello. In particolare, i ricercatori hanno trovato che vi sono delle cellule immunitarie speciali che fanno da intermediario tra i batteri intestinali e il cervello. Secondo la dott.ssa Susanne Wolf e colleghi, l’intestino e il cervello ‘parlano’ tra di loro tramite ormoni, prodotti metabolici o connessioni neurali dirette.

Gli effetti sul cervello
Per osservare gli effetti sul cervello da parte degli antibiotici, i ricercatori hanno ‘spento’ il microbioma intestinale in un gruppo di topi per mezzo di una miscela di antibiotici. Le analisi poi condotte hanno rivelato che vi era un rilevante minor numero di cellule nervose neoformate nella regione dell’ippocampo del cervello, rispetto ai topi non trattari. Oltre a ciò, si è osservato che la memoria dei topi trattati si era deteriorata a causa della formazione di queste nuove cellule cerebrali, o neurogenesi, che è importante per determinate funzioni di memoria.

Danni anche alle cellule immunitarie
L’azione negativa sul microbioma intestinale ha non solo compromesso la neurogenesi, ma ha anche ridotto in modo significativo la popolazione dei monociti Ly6C(hi), cellule immunitarie del cervello. Secondo i ricercatori, vi è un doppio legame tra i monociti Ly6C(hi), l’intestino e il cervello. Difatti, quando Wolf e colleghi hanno eliminato queste cellule dai topi, la neurogenesi è diminuita e quando hanno rimesso al loro posto le cellule nei topi che erano stati sotto antibiotici, la neurogenesi è aumentata ancora una volta. «Con i monociti Ly6C(hi), forse abbiamo scoperto un nuovo percorso di comunicazione generale dalla periferia al cervello», ha commentato la dott.ssa Wolf. A conclusione dello studio i ricercatori precisano che, applicati agli esseri umani, i risultati non dimostrano che tutti gli antibiotici disturbano le funzioni del cervello, e la combinazione di farmaci utilizzati nello studio era estremamente potente. «E’ possibile, tuttavia, che da trattamenti che prevedono l’uso a lungo termine di antibiotici potrebbero derivarne effetti simili», conclude Wolf.