20 aprile 2024
Aggiornato 05:00
Alimentazione e salute

Come il fruttosio può far male alla salute

Gli scienziati confermano che il fruttosio mette a rischio di un’ampia gamma di malattie, anche serie. La necessità di ricorrere ad altri dolcificanti più sani, specie nei cibi da supermercato

Fruttosio, fa molto male alla salute
Fruttosio, fa molto male alla salute Foto: Shutterstock

LOS ANGELES – I ricercatori dell’Università della California a Los Angeles (UCLA) hanno confermato che il fruttosio, un dolcificante dal nome apparentemente ‘sano’, può mettere a serio rischio la salute e favorire lo sviluppo di un’ampia gamma di malattie.

Alternative sì, ma meno sane
L’uso di edulcoranti artificiali e dolcificanti più o meno naturali si è ormai ampiamente diffuso, specie nei prodotti a lavorazione industriale che troviamo sugli scaffali del supermercato. L’esigenza, secondo alcuni, sarebbe nata dalla necessità di trovare alternative allo zucchero bianco, ritenuto dannoso per la salute. Solo che, in molti casi, si è caduti dalla padella alla brace: sono infatti numerosi gli esperti e gli studi a ritenere che spesso gli edulcoranti artificiali facciano più male che non lo zucchero. È il caso del fruttosio, un dolcificante dal nome rassicurante e all’apparenza ‘naturale’ che, invece, può essere assai deleterio per la salute.

Diabete, Alzheimer e…
Lo studio condotto dagli scienziati dell’UCLA, e pubblicato sulla versione online di EBioMedicine, mostra che l’assunzione di fruttosio può danneggiare i geni del cervello, giocando un ruolo nelle modificazioni cerebrali legate a malattie che vanno dal diabete alle malattie cardiovascolari e dalla malattia di Alzheimer all’ADHD (la sindrome di iperattività e deficit dell’attenzione).

Rimediare si può
Se siete preoccupati di aver consumato cibo contenente fruttosio (com’è probabile, visto che è presente in molti alimenti) e per la vostra salute, c’è una buona notizia: i ricercatori dell’UCLA hanno anche scoperto che assumere un tipo di omega-3, detto acido docosaesaenoico o DHA, pare possa annullare i mutamenti dannosi prodotti dal fruttosio. Secondo il dott. Xia Yang, autore senior dello studio, il DHA non modifica solo uno o due geni, ma sembra stimolare l’intero modello genetico a tornare alla normalità, il che è notevole. «E lo possiamo vedere, perché ha un effetto molto potente», aggiunge Yang.

Ne siamo carenti ma…
Sebbene il DHA si trovi naturalmente nelle membrane delle cellule cerebrali, questa presenza da sola non è sufficiente per aiutare a combattere le malattie, poiché la quantità è limitata. Per questo motivo è necessario integrare questo acido grasso essenziale con la dieta, sottolinea il dott. Fernando Gomez-Pinilla, coautore dello studio, che poi ricorda come il DHA sia in grado di rafforzare le sinapsi nel cervello e migliorare l’apprendimento e la memoria. Il DHA lo troviamo in misura abbondante nel salmone selvatico (ma non nel salmone d’allevamento), spiega Gomez-Pinilla. Lo troviamo, anche se in misura minore, nel pesce azzurro e nell’olio di pesce, così come in noci, semi di lino, frutta e verdura.

Due per tutti
Durante lo studio, i ricercatori hanno scoperto che dei 900 geni identificati, erano due in particolare (chiamati Bgn e Fmod) che pare essere tra i primi geni nel cervello a essere danneggiati dal fruttosio. Una volta che questi geni sono alterati, possono innescare un effetto a cascata che alla fine altera centinaia di altri, ha specificato il dott. Yang. La scoperta, secondo i ricercatori, offre anche lo spunto per lo studio di nuovi farmaci che agiscano su questi due geni nel trattamento di malattie causate dall’alterazione dei geni.

Il danno del fruttosio
Lo studio ha evidenziato poi come agisce il fruttosio nel danneggiare e distruggere i geni del cervello. Nello specifico, si è scoperto che il fruttosio rimuove o aggiunge un gruppo biochimico alla citosina, uno dei quattro nucleotidi che compongono il DNA. Questo tipo di modifica svolge un ruolo critico nell’accendere o spegnere i geni, e dunque modificarli o danneggiarli in modo grave. Insomma, un motivo in più per evitare i cibi che contengono fruttosio.