12 ottobre 2025
Aggiornato 04:30
Il caffè fa bene o male alla salute?

Caffè: sai cosa ti bevi?

Miti, verità e leggende sulla tazzina più amata dagli italiani

«Ci prendiamo un caffè»? Questa frase è più di un invito a un semplice break, è piuttosto un’offerta di amicizia, di compagnia, per un piacevole momento da condividere con qualcuno. È così che la classica «tazzina» incontra il piacere di quasi tutti gli italiani. Ma sappiamo davvero cosa c’è dentro una tazzina di caffè?

Da ieri a oggi, come è cambiato il caffè
Il caffè non è sempre stato come lo conosciamo oggi. Negli anni ha subìto diverse trasformazioni. Il suo uso nasce in Etiopia, dove la pianta cresce allo stato spontaneo. Un tempo però, nelle regioni desertiche, i frutti non venivano tostati ma, appena colti al momento della maturazione, si mescolavano insieme a grassi animali: era un eccellente metodo per combattere la disidratazione. Furono gli Arabi, nel XVI secolo, a dare il via al processo di tostatura al fine di renderlo più aromatico. Secondo le idee dell’epoca bere spesso caffè rendeva più intelligenti, aumentava il coraggio, la libido ed evitava il sonno.

Le prime caffetterie occidentali
Le prime caffetterie occidentali furono aperte grazie alla dinastica turca degli Ottomani, ed erano destinate solo alle persone colte. A Vienna, nel 1683, fu aperto il primo locale europeo ma nessuno avrebbe immaginato che tutto ciò avrebbe cambiato la vita di molta gente. Passarono pochi decenni prima di divenire una vera e propria abitudine per molta gente.

Non tutti i caffè sono uguali
Paese che vai usanza che trovi. È il caso di dirlo anche per il caffè che subisce cambiamenti di sapore e di contenuto di caffeina a seconda del modo in cui viene preparato. Quello americano, per esempio, è un caffè macinato grossolanamente. Per prepararlo si mette all’interno di un cono di carta e si fa colare l’acqua calda al suo interno. Il contenuto di caffeina con questa preparazione è molto elevato. In Scandinavia si usano chicchi appena tostati e si lascia bollire il tutto per una decina di minuti. Si beve solo quando tutti i fondi si sono depositati alla perfezione. Anche per questa preparazione il livello di caffeina è alto.

Meno caffeina in quello alla Turca e con la Moka
Se si vuole ottenere un livello di caffeina più basso si può seguire la preparazione Turca: dopo aver portato a ebollizione l’acqua, si versa il caffè macinato finissimo e si fa bollire in un apposito contenitore di rame chiamato Cezve. Al termine, si toglie il recipiente dal fuoco e si aggiunge un altro cucchiaino di caffè e si mescola bene. Il processo va ripetuto tre volte in totale. Anche in questo caso prima di berlo si attende che la polvere si depositi sul fondo. Il contenuto di caffeina è più basso rispetto alle preparazioni precedenti, leggermente più basso della classica preparazione con la moka.

Con l’espresso pochissima caffeina
Se si temono gli effetti indesiderati della caffeina, meglio farsi preparare un espresso. Il tempo di contatto con l’acqua a 95 °C è ridottissimo: massimo 30 secondi. Il contenuto di caffeina è il più basso in assoluto, rispetto alle altre preparazioni.

  • Approfondimento: che cos’è la caffeina?
    Si tratta di una xantina – un alcaloide comune ad altre piante come la cola, il cacao e il tè. È necessario alla pianta perché agisce come una sorta di pesticida naturale. La scienza ha recentemente studiato le sue ottime virtù terapeutiche. Ma la quantità di caffeina è differente a seconda della varietà di caffè utilizzata: l’Arabica, per esempio, ne contiene mediamente l’1,5% mentre la Robusta può arrivare fino al 4,5%.

Verità e leggenda sull’uso del caffè
I consumatori di caffè si pongono molte domande sui benefici e i possibili effetti collaterali del caffè. Ecco alcune verità e leggende sulla bevanda nera.

Quanta caffeina c’è nel tuo caffè?
Nel caffè (150 ml) preparato con la Moka ci sono circa 85 mg di caffeina, mentre in quello istantaneo mediamente se ne trovano 60-80 mg. In quello decaffeinato è consentito arrivare fino a 3 mg. La caffeina impiega circa 35 minuti per entrare in circolo nel sangue e vi permane mediamente per 4 ore. Però ci sono casi in cui impiega molto più tempo, per esempio nelle donne in gravidanza.

Il caffè fa venire l’ipertensione?
Il caffè va bene per (quasi) tutti. Generalmente viene sconsigliato in caso di ipertensione. Tuttavia, non ci sono studi sufficienti a sostegno di questa ipotesi. Per esempio, uno studio recentissimo pubblicato in questi giorni sull’European Journal of Clinical Nutrition afferma esattamente l’opposto: «Il consumo di 3-4 tazze di caffè al giorno diminuisce il rischio di ipertensione negli uomini e nelle donne che non fumano».
 

Si può prendere il caffè in caso di ansia?
Non è specificamente vietato in caso di ansia, tuttavia è possibile che il consumo frequente aumenti la risposta allo stress e alle situazioni potenzialmente ansiogene.


Il caffè decaffeinato fa bene o male?
Per essere considerato decaffeinato, il caffè deve avere un contenuto di caffeina inferiore allo 0,1% nel prodotto grezzo. I pareri sul decaffeinato sono contrastanti. Alcuni studi ritengono faccia male; altri affermano esattamente l’opposto. Per esempio, uno studio pubblicato su Hepatology e condotto dai ricercatori dell’US National Cancer Institute (NCI), ritiene che il decaffeinato faccia bene al fegato. Dai risultati allo studio è emerso che i partecipanti che avevano bevuto più di tre tazzine al giorno avevano più bassi livelli di ALT, AST, ALP e GGT rispetto a quelli che non hanno consumato caffè.

  • Approfondimento: come viene decaffeinato un caffè?
    Il caffè può essere decaffeinato con l’acqua al fine di far disciogliere la sostanza nel liquido. Successivamente viene eliminata dall’acqua attraverso un sofisticato processo di lavorazione.  Un altro metodo è quello di inumidire i chicchi prima con il vapore per poi sottoporli all’azione dell’anidride carbonica, un gas in grado di penetrare a fondo per eliminare la caffeina.

Si può avere una crisi di astinenza da caffè?
Molte persone, se non possono prendere il caffè possono provare malesseri di vario tipo come per esempio forti emicranie. Si tratta di una vera e propria crisi di astinenza che, per fortuna, non accade a chiunque.

Il caffè che cura: quello dei monsoni
E’ una ricetta che sta facendo il giro del mondo. Sembra venga utilizzata da anni per fortificare il sistema immunitario durante i mesi freddi. Per prepararlo hai bisogno di: 1 cucchiaio di caffè appena macinato, 2 cucchiaini di polvere di cardamomo, 3 cucchiai di zenzero in polvere finissima, 1 cucchiaino di zucchero integrale, 200 ml di latte intero, cioccolato fondente grattugiato. Per prima cosa misceli la polvere di caffè con il cardamomo e lo zenzero. Dopo di che porti a ebollizione il latte insieme allo zucchero e aggiungi il caffè miscelato con le spezie. Servi con una spolverata di cioccolato grattugiato.

  • Approfondimento: Il cappuccino è meglio o peggio del caffè?
    Non è una bevanda adatta a tutti.  Il caffè, infatti, a contatto con il latte forma il tannato di caseina che si scioglie con difficoltà in un ambiente acido come può essere lo stomaco.

Infuso e decotto terapeutico
Il caffè si può utilizzare anche a mo’ di medicina come leggero diuretico, lassativo, stimolante cardiaco, contro gli attacchi di asma e la stanchezza. Si può preparare un infuso con 5 grammi di polvere di caffè in 100 ml di acqua bollente. In alternativa, per estrarre più caffeina, si può portare la polvere a ebollizione per 5 minuti.

[1] Coffee consumption and risk of hypertension in the Polish arm of the HAPIEE cohort study. Grosso G, Stepaniak U, Polak M, Micek A, Topor-Madry R, Stefler D, Szafraniec K, Pajak A. Eur J Clin Nutr. 2016 Jan;70(1):109-15. doi: 10.1038/ejcn.2015.119. Epub 2015 Jul 29. PMID: 26220566

[2] Effects of anxiety sensitivity and expectations on the modulation of the startle eyeblink response during a caffeine challenge. Benke C, Blumenthal TD, Modeß C, Hamm AO, Pané-Farré CA. Psychopharmacology (Berl). 2015 Sep;232(18):3403-16. doi: 10.1007/s00213-015-3996-9. Epub 2015 Jul 15.