Cannabis, l’arma silenziosa contro il cancro
Gli studi scientifici che dimostrano l’efficacia degli estratti di Cannabis nella cura del cancro
ITALIA – La ricerca contro il cancro è attiva da molti anni, tuttavia nonostante il progresso scientifico e le varie donazioni, la triste realtà è che non ci sono ancora cure realmente valide attualmente conosciute. Tuttavia, sono molti gli studi scientifici che mettono in luce una possibile – e benefica – applicazione di estratti di cannabis per la cura di varie formazioni tumorali e cancro. Ecco le più importanti (e recenti) ricerche scientifiche.
Attiva anche senza componenti psicoattivi
In uno studio condotto a giugno 2015 [1] e pubblicato sul Journal of NeuroImmune Pharmacology, si è potuto evidenziare il ruolo positivo della cannabis senza i suoi componenti psicoattivi. Molti sanno che il suo principio attivo principale, il tetraidrocannabinolo (o THC), attiva alcuni recettori del nostro sistema nervoso denominati CB1 e CB2. Questi riducono la nausea, il vomito e il dolore tipico delle persone affette da cancro che hanno eseguito la chemioterapia. La nuova ricerca, però, ha mostrato come ci siano altri cannabinoidi presenti nella Cannabis che hanno una psicoattività quasi nulla. Uno di questi è il cannabidiolo non psicoattivo (CBD), questo è in grado di inibire la progressione della maggior parte dei tipi di cancro: quello della mammella, del polmone, della prostata e del colon.
Ottima contro il cancro della prostata
Un altro studio condotto nel 2015 [2] e pubblicato su Oncology Reports è stato incentrato sulla validità della terapia nei confronti del cancro alla prostata. Come ben si sa, il cancro alla prostata è androgeno dipendente. Per cui, se si agisce per tempo, la castrazione medica sortisce ottimi risultati. Il problema insorge quando ci si trova in uno stadio avanzato, per il quale il trattamento è sempre molto difficile. Durante lo studio si è potuto constatare che i recettori CB1 e CB2 hanno un’espressione molto più elevata nelle fasi avanzate della patologia. Di conseguenza, i trattamenti con gli estratti di Cannabis hanno prodotto buoni risultati nell’inibire le cellule tumorali. Bloccando i recettori CB1, non è stato possibile agire positivamente nei confronti della malattia. Ciò significa che è l’attivazione di tali recettori a rendere la Cannabis un’arma davvero potente. Gli scienziati concludono che «gli endocannabinoidi possono essere una scelta utile per il trattamento del cancro alla prostata che non risponde alle terapie comuni».
Buona soluzione anche nei casi di cancro al colon
Un altro componente non psicotropo è stato rilevato in uno studio [3] condotto da ricercatori dell’Università degli Studi di Napoli Federico II. Il nome di tale sostanza è Cannabigerolo o CBG e si tratta di un cannabinoide estratto dalla Cannabis. Secondo i risultati dello studio, il CBG sarebbe in grado di promuovere l’apoptosi e le specie reattive dell’ossigeno (ROS), riducendo la crescita delle cellule cancerogene tipiche del tratto colon rettale. Per tali motivi i ricercatori considerano la sostanza valida nell’utilizzo della cura e della prevenzione del cancro del colon.
[1] The Antitumor Activity of Plant-Derived Non-Psychoactive Cannabinoids. McAllister SD, Soroceanu L, Desprez PY. J Neuroimmune Pharmacol. 2015 Jun;10(2):255-67. doi: 10.1007/s11481-015-9608-y. Epub 2015 Apr 28.
[2] Proapoptotic effect of endocannabinoids in prostate cancer cells. Orellana-Serradell O, Poblete CE, Sanchez C, Castellón EA, Gallegos I, Huidobro C, Llanos MN, Contreras HR. Oncol Rep. 2015 Apr;33(4):1599-608. doi: 10.3892/or.2015.3746. Epub 2015 Jan 21.
[3] Colon carcinogenesis is inhibited by the TRPM8 antagonist cannabigerol, a Cannabis-derived non-psychotropic cannabinoid. Borrelli F, Pagano E, Romano B, Panzera S, Maiello F, Coppola D, De Petrocellis L, Buono L, Orlando P, Izzo AA. Carcinogenesis. 2014 Dec;35(12):2787-97. doi: 10.1093/carcin/bgu205. Epub 2014 Sep 30.
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