Perché far ascoltare musica al vostro bimbo quando è ancora nella pancia
Le vibrazioni prodotte dalla buona musica possono migliorare l’intelligenza e anche ridurre l’ansia, soprattutto se si inizia sin da piccolissimi
ROMA – Chi non vorrebbe un bambino molto intelligente già alla nascita? Secondo alcuni studi, oltre alla «genetica» c’è qualcos’altro che influenza il quoziente intellettivo (QI) di un bambino: la musica. L’ideale è iniziare già quando è nel pancione, ma anche durante i primi anni di vita si ottengono ottimi risultati.
Dalla ventottesima settimana di gravidanza
La ricerca in questione è made in Finlandia ed è stata condotta dai ricercatori dell’Istituto di Scienze Comportamentali dell’Università di Helsinki. Secondo la loro teoria i neonati possono ricordare il mondo «precedente», ossia quello in cui hanno vissuto prima di venire alla luce. Dai risultati della ricerca pubblicata su Plos One è emerso che i piccoli che avevano ascoltato la musica nel pancione mostravano un aumento dell’attività cerebrale durante l’ascolto della stessa musica fin dai primi anni di vita.
Studiare musica migliora lo sviluppo cerebrale
Secondo una ricerca pubblicata sul Journal of Neuroscience e condotta dalla Concordia University di Montreal, se si impara a suonare uno strumento musicale da piccoli si migliora lo sviluppo cerebrale. I risultati sarebbero evidenti soprattutto in termini di abilità motorie e coordinamento dei movimenti. Il più alto numero di connessione cerebrali si avevano nei bambini che avevano iniziato prima dei sette anni. Per mezzo della risonanza magnetica (MRI) si è potuto constatare che avevano un cervello più sviluppato, più sostanza bianca nel corpo calloso con conseguente aumento delle connessioni tra i due emisferi.
Fa bene a mente e corpo
E’ una briga che si è accollato Daniel J. Levitin del Dipartimento di Psicologia della McGill University, quella di condurre une revisione sistematica di oltre 400 studi incentrati sulla musica. Ma i risultati sono stati eccellenti. Dai vari dati disponibili si è potuto evidenziare come la musica sia in grado migliorare notevolmente il sistema immunitario aumentando i linfociti e l’immunoglobulina A. Ma anche ad altri livelli sembra essere una cura tutta naturale: riduce i livelli di cortisolo e ansia prima di un intervento chirurgico. «Abbiamo trovato prove convincenti che gli interventi con la musica possono svolgere un ruolo di assistenza sanitaria in contesti che vanno dalle sale operatorie alle cliniche familiari. Ma, ancora più importante, siamo stati in grado di documentare i meccanismi neurochimici in quattro ambiti su cui la musica ha un effetto: gestione dello stato d’animo, dello stress, dell’immunità e come aiuto nei legami sociali», conclude professor Levitin.