18 aprile 2024
Aggiornato 05:00
Un grande passo per la medicina

Scienziati rigenerano le cellule del cuore

Un team di scienziati israeliani è riuscito a rigenerare le cellule cardiache. Un grande passo avanti per la medicina che potrà offrire una speranza ai malati di cuore, agli infartuati e nella prevenzione delle malattie cardiovascolari

ISRAELE – Sono davvero promettenti i risultati di questo nuovo studio da parte di un team di ricercatori del Weizmann Institute of Science. Gli scienziati sono infatti riusciti a rigenerare le cellule del cuore su modello animale. Una scoperta che apre le porte alla cura delle malattie cardiovascolari e al trattamento di infarti e insufficienza cardiaca.

PER ORA – Lo studio, per ora, si è concentrato sulle cellule del muscolo cardiaco dei topi. Ma, poiché sempre di cellule si tratta, il comportamento è praticamente lo stesso per tutti i mammiferi – uomo compreso dunque. Le cellule del cuore, quando subisce un attacco cardiaco, muoiono e formano tessuto cicatriziale, spianando la strada per una patologia grave come l’insufficienza cardiaca (o scompenso cardiaco). Il problema principale è che queste cellule (a differenza di altre) non si rigenerano, impedendo la riparazione del cuore. Ma, da oggi, le cose potrebbero cambiare.

LA SCOPERTA – I ricercatori già sapevano che una proteina chiamata ERBB2 – coinvolta nella promozione di certi tipi di cancro – svolge un ruolo nello sviluppo del muscolo cardiaco. Questa in genere lavora insieme a un secondo recettore chiamato neuregulin 1 (NRG1), già in fase di sperimentazione in studi clinici come trattamento per l’insufficienza cardiaca. Il prof. Eldad Tzahor, insieme al dott. Gabriele D’Uva, intendevano sapere esattamente come NRG1 e ERBB2 fossero coinvolte nella rigenerazione del cuore. E così è stato. Dopo diversi tentativi, gli scienziati hanno trovato che si poteva attivare ERBB2 per un breve intervallo a seguito di un attacco di cuore indotto, e ottenere la rigenerazione quasi completa del cuore entro alcune settimane. «I risultati sono stati sorprendenti – afferma il prof. Tzahor – A differenza delle estese cicatrici formatesi nei cuori di controllo, quelli con l’espressione dell’ErbB2 erano completamente ritornati allo stato precedente». Lo studio è stato pubblicato su Nature Cell Biology.