19 aprile 2024
Aggiornato 04:00
Meglio l'acqua fresca

Energy drink, servono o no?

Pochi o nessun beneficio pare si ottengano dal bere bevande vitaminizzate o energetiche. Un nuovo studio mostra che alla fine l’acqua minerale è meglio e costa anche meno

TORONTO – molto pubblicizzate, e molto vendute – anche a caro prezzo. Ma le bevande energetiche o vitaminizzate pare che servano a poco per far star meglio o offrire i vantaggi che promettono. Secondo gli esperti è molto meglio l’acqua minerale, che fornisce i giusti elementi e salva anche il portafogli.

PROMESSE AL VENTO – Pochi o nessun beneficio nutrizionale dalle bevande energetiche o vitaminizzate. Questa la sentenza dei ricercatori canadesi dell’Università di Toronto e la Ryerson University che hanno condotto uno studio al fine di valutare se questo genere di bevande offrisse realmente quanto promesso. Risultato? No. O almeno non del tutto.

POTENZA DELLA RÉCLAME – La pubblicità, le strategie di marketing spesso hanno più peso e presa sui consumatori che non le reali qualità di un prodotto. E le sbandierate virtù di certe bevande non sono da meno. Si va dalle presunte proprietà antiossidanti a quelle potenzianti il sistema immunitario, integranti diete povere e promuoventi il vigore e il benessere. Ma secondo i ricercatori queste promesse di benefici vanno ben al di là della scienza nutrizionale.

IL TROPPO STROPPIA – Lo studio ha trovato che queste bevande contengono ampie integrazioni di micronutrienti a livelli spesso molto al di sopra dei requisiti nutrizionali. Le sostanze nutritive più comunemente riscontrate erano le vitamine B6, B12, C e niacina. In definitiva, molti di questi prodotti contengono un eccesso di sostanze. In molti casi, poi, queste non vengono assorbite dall’organismo, quando non addirittura espulse. Il problema però, come evidenziato dai ricercatori, è che queste sostanze sono spesso aggiunte senza un reale riscontro con le esigenze nutrizionali delle persone, per cui ci si ritrova una specie di pastrocchio con un eccesso di questa e una carenza di quell’altra sostanza, che magari sarebbe più necessaria.

REGNA LA CONFUSIONE – La principale autrice dello studio, dott.ssa Naomi Dachner, fa notare che i produttori di bevande sono obbligati a esporre le tabelle nutrizionali in modo da facilitare il confronto tra i prodotti. Ma questa informazione non consente comunque ai consumatori di distinguere le aggiunte di nutrienti potenzialmente benefici dagli altri che non lo sono, creando così confusione. I risultati completi dello studio sono stati pubblicati sulla rivista Applied Physiology, Nutrition, and Metabolism.