28 marzo 2024
Aggiornato 12:00
Rischio di epidemie indomabili

Batteri invulnerabili, nuova minaccia all'orizzonte

Il terrore dei medici è che, prima o poi, intervenga una mutazione in grado di rendere i batteri resistenti a tutti i tipi di antibiotici conosciuti

MILANO - Per quanto piccoli, i batteri - microrganismi responsabili di molte malattie infettive, ma anche indispensabili alla vita degli esseri superiori - sono creature viventi, e perciò soggette a mutare in seguito alle condizioni ambientali. Da quando è stata sviluppata la penicillina (identificata da Alexander Fleming nel 1928) per combattere i batteri nocivi l'umanità usa gli antibiotici. Ma, poiché i microscopici agenti patogeni possono mutare per selezione naturale, con gli anni si sono sviluppati ceppi di batteri sempre più resistenti non soltanto alla penicillina ma a tutti i farmaci analoghi da allora sviluppati (e sono migliaia). Da decenni ormai è una gara a rincorrersi fra batteri sempre più resistenti e antibiotici sempre più potenti. Il terrore dei medici è che, prima o poi, intervenga una mutazione in grado di rendere i batteri resistenti a tutti i tipi di antibiotici conosciuti.

L'ENZIMA CHE SCATENA I BATTERI - Questo timore sembra sia vicino ad avverarsi, secondo notizie allarmanti che giungono dalla Gran Bretagna. La rivista scientifica Lancet Infectious Diseases riferisce che un gene importato nel paese da alcuni pazienti che hanno subìto interventi chirurgici all'estero, in particolare India e Pakistan, potrebbe mettere a rischio l'intero sistema degli antibiotici, dato che nessuno di quelli esistenti o attualmente in fase di sviluppo sembrano completamente efficaci nell'eliminarlo. L'enzima in questione è un gene battezzato New Delhi-metallo-1 (Ndm-1). Innestandosi nel Dna di batteri altrimenti innocui o scarsamente patogeni, come l'Escherichia coli, un batterio molto comune nell'apparato digerente, li ha resi resistenti a tutti gli antibiotici conosciuti, eccetto (per ora) due. Il timore è che possa associarsi ad altri batteri molto più pericolosi, come quelli che provocano malattie quali antrace, tubercolosi, tifo, salmonellosi, scarlattina e così via, rendendoli praticamente invulnerabili.

BASTEREBBERO ALCUNE PRECAUZIONI - Lancet (considerata la più seria rivista medica del mondo), ha lanciato l'allarme: «La possibilità che si prospetti un problema di salute pubblica in tutto il mondo è concreta: serve un sistema coordinato di controllo internazionale. La diffusione potrebbe essere fermata con semplici accorgimenti igienici per gli ospedali, come la disinfezione degli strumenti e l'uso di saponi antibatterici per medici e infermiere, ma è importante che l'espansione di questi super batteri sia monitorata attentamente». Facile a dirsi, meno a farsi, visto che il gene Ndm-1 si è manifestato in zone del mondo non precisamente famose per i criteri igienici.

TERRORE PER ARMI BATTERIOLOGICHE - Ma c'è un altro timore all'orizzonte. Fra le malattie di origine batterica sopra menzionare c'è l'antrace, provocata da uno dei microrganismi più studiati (e utilizzati) per creare armi batteriologiche. Le terapie sono già difficili con i mezzi esistenti, figuriamoci di fronte a un agente patogeno inattaccabile. Molti paesi ne hanno sviluppato in segreto armi batteriologiche basate su agenti patogeni micidiali, poi in seguito ad accordi internazionali le hanno bandite e hanno assicurato di aver distrutto le relative riserve.

Ma nessuno ci crede: di fatto, i controlli sono impossibili perché basta il quantitativo di batteri racchiuso in una provetta per dare origine a nuove colture che si moltiplicano con velocità prodigiosa. Una grave tentazione, specie per quei paesi che si fanno pochi scrupoli. Realizzare una coltura di batteri invulnerabili grazie al gene Ndm-1 richiederebbe mezzi e competenze molto meno sofisticate di quelle necessarie per fabbricare una bomba atomica. Per di più per portare «l'ordigno» a destinazione, non è necessario un missile intercontinentale: basta una bottiglia ben tappata.