29 marzo 2024
Aggiornato 11:00
Il 18 luglio a Vienna la Conferenza mondiale

Nuove speranze per la cura dell'AIDS

Grazie a cellule staminali modificate. Lo studio, compiuto su alcuni topo, è stato pubblicato oggi su Nature Biotechnology

PARIGI - Un gruppo di ricercatori americani ha tentato con successo una nuova strada per il trattamento dell'Aids: rendere resistente al virus Hiv il sistema immunitario introducendo nell'organismo cellule staminali modificate. Lo studio, compiuto su alcuni topi, è stato pubblicato sulla rivista Nature Biotechnology.

Il virus dell'Aids attacca le cellule del sistema immunitario dell'uomo agganciandosi ad alcune proteine ben precise, in particole una molecola denominata CCR5. Alcuni individui, portatori di una mutazione genetica che impedisce la comparsa di questa molecola, si sono dimostrati resistenti ai principali tipi di Hiv.
Eliminando il gene corrispondente alla proteina CCR5 di una cellula si potrebbe quindi riuscire a proteggerla contro il virus e, su scala più ampia, a proteggere gli esseri umani dall'Hiv, o quanto meno a limitarne in modo significativo le conseguenze sulle persone infettate.

Il gruppo di ricercatori guidati da Paula Cannon, dell'università della California del Sud, ha utilizzato una tecnica recente, denominata «dita di zinco» che permette di mirare con estrema precisione la parte di genoma da «ritagliare». Le cellule staminali così modificate sono state introdotte nei topi, sostituendo così il loro sistema immunitario con cellule umane: i topi sono stati poi infettati con il virus dell'Hiv e, nel giro di 12 settimane, il loro sistema immunitario ha ritrovato la forza iniziale, al contrario di quelli in cui non erano state introdotte le cellule «trattate».

La prossima tappa dello studio consisterà nel cercare di trasferire questa tecnica sull'uomo, modificando le cellule del sistema immunitario e non quelle staminali, all'università della Pennsylvania.

Il 18 luglio si terrà a Vienna la Conferenza mondiale sull'AIds.