12 ottobre 2025
Aggiornato 21:30
Un vero abuso

Allarme infanzia

Troppi farmaci dati ai bimbi. Antibiotici al primo posto

Troppi farmaci ai bambini. Un vero abuso di somministrazioni di medicinali ai giovanissimi. In primis gli antibiotici con cui normalmente viene curata il 56% dell’infanzia italica da madri apprensive per nulla propense ad accettare il naturale decorso della malattia anche se si tratta di comuni raffreddori o influenze. Lo denuncia un rapporto che dimostra come concorrano anche i medici sollecitati dai genitori, a fornire in media tre ricette e cinque confezioni di farmaci all’anno ad ogni bambino. Circa il 63% degli under 14 riceve nel corso dell’anno almeno una ricetta e si arriva al 76 per cento se si considerano solo i bebé sotto un anno di età. Questo accade perché dal dottore ci si va di frequente nei primi mesi di vita ed ogni visita si conclude con una ricetta.

Dopo gli antibiotici, i più abusati sono gli antiasmatici. Seguono i corticosteroidi sistemici, ossia i medicinali usati per combattere forme allergiche e autoimmunitarie che hanno anche un’azione antinfiammatoria. Le tre classi coprono l’87,7 per cento della totalità dei farmaci prescritti ai minori di dodici anni. La maggior parte di questi farmaci è di produzione italiana e un terzo di essi non è stato testato su bambini per accertarne l’efficacia e la sicurezza. Da un lato quindi possono rivelarsi inefficaci, dall’altro possono rappresentare un pericolo per la salute poiché sperimentati solo su individui adulti. Come dosarli, quindi, per curare un bambino? Solo una parte dei medicinali è venduta con dei misurini destinati ai bambini. In funzione dell’età del bambino e del tipo di medicinale è quindi necessario munirsi di tutto un arsenale: cucchiai e cucchiaini, siringhe e pipette calibrate in chilogrammi o millilitri, biberon per sciogliere il contenuto di una capsula di gelatina. Va detto che il bambino non è una frazione di adulto. La vita non è semplice per i genitori che, come apprendisti stregoni, sono spesso costretti a fare le veci del farmacista.

Ma il problema principale è altrove. L’organismo di un bambino non è quello di un adulto e ha un metabolismo specifico; non basta quindi cambiare la dose della medicina in base al peso del paziente. Esiste infatti il rischio di un sovra o sottodosaggio. L’azione dei medicinali non è necessariamente la stessa su un adulto e su un bambino. I bambini crescono; di conseguenza il loro peso e la loro altezza aumentano e, nel contempo, anche il funzionamento dei loro organi e della loro psiche si evolve. Neonati prematuri, bambini appena nati (da 0 a 27 giorni), neonati e bambini molto piccoli (da 28 giorni a 23 mesi), bambini (da 2 a 11 anni), adolescenti (da 12 a 16/18 anni): in ogni fascia d’età l’organismo reagisce in modo diverso. Risulta quindi evidente che i bambini hanno bisogno di medicinali concepiti specificamente per loro.

Un altro problema che riguarda il rapporto farmaci-infanzia è l’uso scorretto di alcuni principi attivi, studiati per contrastare certi tipi di patologie, ma prescritti per altre. Gli antiasmatici, per esempio, vengono spesso usati per curare un comune raffreddore. E’ risultato che negli anni passati il 25% dei bambini aveva ricevuto almeno un farmaco per il sistema respiratorio, anche se non tutti i piccoli pazienti erano asmatici. Il punto più controverso riguarda la prescrizione di antipsicotici ai bambini: le ricette si sono moltiplicate negli ultimi anni col risultato che 34 minori su diecimila hanno assunto psicofarmaci.