9 maggio 2024
Aggiornato 04:00
A cura di Carla Pilolli

Tatuarsi: ecco a cosa bisogna stare attenti

Chi si tatua lo fa per sempre e tornare come prima è praticamente impossibile

Ora che David Beckam., il calciatore superstar, ha aggiunto alla sua già ampia collezione, un tatuaggio sul dorso raffigurante Gesù disteso e in preghiera, si capisce che per molti adolescenti avere un piercing o un tatuaggio vuol dire sentirsi «veramente ok», «trendy», al passo con la moda. Visto che tatuaggi e piercing sono comuni tra le star della musica, della televisione, del calcio e dello spettacolo, e così sempre più spesso i ragazzi, per emulare i loro divi, intraprendono animate discussioni con i genitori per convincerli ad accontentarli nei propri desideri.

Non c’è dubbio che il tatuaggio provoca inevitabilmente un danno dermatologico, tanto che per rimuoverlo bisogna ricorrere ad un piccolo intervento chirurgico con il laser. Ma non si comprenderebbe in pieno il valore della sentenza della Corte di Cassazione secondo cui viene punito per lesioni volontarie chi fa tatuaggio ai minori, a meno che non siano autorizzati dai genitori, se non si tenesse conto del dilagare della moda dei tatuaggi che ha avuto come conseguenza il proliferare di operatori spesso improvvisati mentre resta carente l’informazione sui possibili pericoli. Cresce dunque anche la preoccupazione per i rischi sanitari visto che le informazioni relative alla struttura chimica, alla natura e al profilo tossicologico di una vasta gamma di pigmenti utilizzati per i tatuaggi sono del tutto insufficienti.

Un tatuaggio non è una colorazione dei capelli, che per quanto strana possa essere se ne va con la crescita o con un taglio corto; non è un modo di vestire che si può stravolgere da un momento all’altro. Chi si tatua lo fa per sempre e tornare come prima è praticamente impossibile.

Il pigmento dei tatuaggi infatti, è molto resistente, perché viene metabolizzato dalle cellule della pelle, che lo assorbono in modo permanente. Chi ci ripensa e vuole togliersi un tatuaggio, deve affidarsi alla dermoabrasione, un metodo molto aggressivo perché «raschia» via la pelle fino a 4 millimetri di profondità e lascia cicatrici visibili. Oppure al laser, che con il suo raggio vaporizza le cellule cutanee e non fa sanguinare, evitando così le cicatrici, ma il nuovo strato cutaneo che crescerà avrà una pigmentazione diversa. Insomma è certo che dopo la rimozione di un tatuaggio tornare ad avere la pelle di quella parte del corpo esattamente come prima non è proprio possibile.

Quindi, non c’è nulla di male a seguire la moda, ma è bene tenere presente che é importantissimo affidarsi solo a centri specializzati della massima serietà per effettuare queste pratiche. Le condizioni igieniche con cui si opera sono veramente fondamentali per non andare incontro a spiacevoli sorprese. Tutti gli aghi usati per forare o colorare la pelle devono essere sterilizzati con metodi sicuri (autoclave a pressione, sterilizzazione a secco), mentre l’operatore deve indossare guanti perfettamente sterili e non toccare alcun oggetto non precedentemente sterilizzato. La mancanza di queste regole base fa correre il rischio di contrarre malattie come l’epatite B e C, la sifilide, il tetano, l’Aids e altre ancora.