28 aprile 2024
Aggiornato 17:00
Salute & Nutrizione

Crescita economica e salute: un nuovo paradigma?

Dal leit motiv ‘Più denaro per la salute’ si sta passando all’equivalenza ‘Più salute – maggiore crescita economica’

Il concetto di nutrizione, oggi, porta con sè una sfida che coinvolge governi, imprese, associazioni non governative, cittadini. Diversi paesi si trovano ad affrontare il problema della «doppia malnutrizione», ovvero la coesistenza della denutrizione e dell’ipernutrizione nello stesso gruppo di popolazione. Addirittura all’interno dello stesso individuo.

Mentre al mondo ancora più di 800 milioni di persone soffrono la fame, si assiste ad un incremento dell’obesità, una vera e propria epidemia che sta colpendo indistintamente paesi ricchi e paesi in via di sviluppo: 1 miliardo di adulti al mondo è sovrappeso e, di questi, 300 milioni sono obesi.

Ma come fornire risposte concrete? È oggi opinione comune che solo un pensiero sistemico, che tenga insieme diverse aree culturali possa essere vincente. Un pensiero che percorra strade fino ad ora mai frequentate. Un pensiero che sia in grado di ribaltare i tradizionali rapporti di causalità.

La relazione tra salute e crescita economica, per esempio, è stata sempre tradizionalmente interpretata come un legame molto semplice e unilaterale: la crescita economica promuove la salute attraverso la creazione di infrastrutture sanitarie, l’offerta di una migliore nutrizione e di un migliore accesso a servizi di alta qualità.

Recenti ricerche hanno però dimostrato che un buon livello nello stato di salute e della nutrizione non è solo un «prodotto», ma è anche una «condizione» per una crescita economica sostenibile, contribuendo infatti a ridurre la povertà, ad aumentare la produttività del lavoro e a migliorare le performance educative.

E’ stato  calcolato che la riduzione dei tassi di mortalità in USA dal 1970 al 2000 ha prodotto un beneficio economico alla popolazione degli USA nel 2000 pari a circa 3.200 miliardi di dollari l’anno. L’aumento della longevità ha comportato un aumento della produzione (in termini di maggiori ore di lavoro disponibili) che varia dal 10 al 50% a seconda del periodo in cui tale calcolo è effettuato. Nel caso specifico del trattamento per malattie cardiovascolari, ogni dollaro speso in cure produce un guadagno pari a 7 dollari grazie all’allungamento della vita. Se poi il denaro è investito in ricerche che studiano in che modo gli input comportamentali (quale lo stile di vita) influiscono sull’insorgere e sul progredire delle malattie, il ritorno è nettamente superiore e, sempre nel caso del cardiovascolare, può arrivare a 100 dollari per dollaro investito.

Per quanto riguarda l’Europa, ha avuto una grande importanza il Rapporto pubblicato nel 2005 dalla DG per la salute e la tutela dei consumatori dell’UE, in cui viene esplicitamente riconosciuto il ruolo degli «investimenti sanitari» come uno dei principali driver di una crescita economica prolungata (Suhrcke et Al., 2005).