Tempo di sci
La preparazione atletica per evitare le fratture
Tempo di sci, di settimane bianche e purtroppo anche di fratture perchè non sempre chi decide di svettare sulle piste innevate ha una preparazione atletica o si è sottoposto ad un adeguato allenamento per migliorare il controllo motorio delle gambe e stimolare il sistema cardiocircolatorio. Per affrontare gli sport invernali – sci, snowboard, fondo – occorrerebbe un supporto di training atletico preliminare onde evitare conseguenze traumatiche. Gli esperti dicono che bisognerebbe ricordarsi del proprio corpo affidandolo per tempo ad un insegnante esperto di ginnastica prima di metterlo a dura prova sulle nevi dopo una vita sedentaria in città.
«Allenamento ad hoc per almeno due mesi, dieta nutriente ma sana e vestiti a cipolla», ha sempre raccomandato per esempio Debora Compagnoni, la campionessa che ha abbandonato le gare per dedicarsi alla famiglia e alla ricerca contro la leucemia. La preparazione atletica deve essere fatta soprattutto sulle gambe per almeno un paio di mesi Quindi chi si propone di andare a sciare in febbraio cominci adesso.
I muscoli maggiormente impegnati nello sci sono principalmente quelli delle gambe, quindi quadricipiti, polpacci, bicipite femorale, adduttori e abduttori. Questi muscoli, come spiegano i professori di ortopedia, come il romano Francesco Bove, aiutano a cambiare direzione o mantenere la posizione, danno sostegno alle articolazioni della caviglia e del ginocchio. Seguono, poi, i muscoli del tronco, gli addominali e i lombari, e quelli del bacino, glutei e flessori dell’anca. Il loro compito è di stabilizzare il tronco e di ammortizzare gli impatti con il terreno durante la discesa, ma anche di raccordare il lavoro di braccia, busto e gambe. Al termine della stagione sciistica ci si trova più di frequente a trattare traumi riguardanti il ginocchio che ha riportato, ad esempio, danni legamentosi o meniscali oppure fratture. I danni più frequenti riguardano i legamenti che, se sono collaterali, normalmente richiedono un periodo d’immobilizzazione parziale per far guarire il trauma. Al contrario, nel caso di rottura del legamento crociato anteriore, sarà quasi impossibile ottenere la guarigione per le caratteristiche anatomiche del medesimo. E qui occorre prestare molta attenzione giacché anche traumi di piccola entità possono indurre la rottura del legamento anteriore. A tal riguardo è bene tenere presente che in presenza di una distorsione del ginocchio è meglio sospettare la rottura di questo legamento, poiché, se non trattata, può causare problemi al menisco e dare origine, nel tempo, ad un’artrosi. In questi casi si interviene chirurgicamente. La rottura del legamento crociato posteriore è, invece, meno ricorrente nei traumi da sci. Questa lesione, ben tollerata, non provoca cedimenti né lesioni meniscali nel tempo. Tuttavia anche qui risulta che in molti casi si possa instaurare un’artrosi. Nei casi di lesioni importanti e di pazienti giovani, il consiglio è l’intervento chirurgico, simile a quello del crociato anteriore. Ma per evitare rischi, ovviamente non è da trascurare nemmeno la qualità di sci e di scarponi. Fortunatamente negli ultimi anni le cose sono cambiate e si trova una buona attrezzatura anche negli standard medi e di larga diffusione. Diciamo che per gli sci è anche diventato più conveniente affittarli, visto che oggi il mercato ne offre di comodi, morbidi e tenuti bene. Gli scarponi sarebbe meglio comprarli.» Infine un monito ai reduci di un infortunio: «Mai avere fretta di riprendere. Ci vuole tempo per i legamenti del ginocchio. Circa un anno. E per ricominciare scegliere piste con neve morbida e facile.»