28 agosto 2025
Aggiornato 09:30
A cura di Carla Pilolli

I caduti della neve

Come salvare il ginocchio sui campi di sci

E’ tempo di sci ed il professor Francesco Bove, Specialista in Ortopedia, Traumatologia e Medicina dello Sport,  si prepara a riaggiustare le ossa ai cosiddetti «caduti sui campi di neve».   Anche il  «grappino» che, a suo avviso, favorisce le fratture, è sotto accusa. «Vede - dice - gli sciatori dovrebbero soprattutto evitare l’uso di alcolici che non fanno vincere il freddo ma alterano i riflessi necessari per non incorrere in  fatali capitomboli. Dovrebbero inoltre dosare il proprio sforzo in relazione all’età, scegliere le piste con difficoltà adeguate alle proprie capacità, non prolungare l’attività oltre il proprio limite di durata».

E continuando il professore che è Primario  dell’Istituto Neurotraumatologico Italiano, spiega che per prevenire i traumi occorrerebbe che lo sciatore avesse una preparazione tecnica specifica e un adeguato potenziamento muscolare degli arti inferiori che si può ottenere con la corsa, lo step e, per chi ama il «fai da te», salendo e scendendo di corsa le scale. I traumi che interessano l’apparato scheletrico possono interessare, a suo dire, oltre ai segmenti ossei con fratture a partire dalla clavicola, le coste, l’arto superiore, il bacino e l’arto inferiore, anche le articolazioni. In particolare, i traumi articolari più frequenti riguardano la spalla con lussazioni, rottura della cuffia dei rotatori e soprattutto  l’articolazione del ginocchio.

«A volte può bastare un movimento sbagliato o un’ eccessiva sollecitazione per compromettere la salute del ginocchio e in particolare quella del legamento crociato anteriore. Una rottura che può essere rumorosa perché il crociato essendo molto corto e molto robusto se si rompe fa crack. Se la sollecitazione supera la resistenza può esserci la lesione del legamento ecco il motivo per cui  gli atleti  sono i più esposti a questo incidente che una volta metteva fine alla carriera di uno sportivo mentre oggi la chirurgia rimette le cose a posto. Si prende parte del legamento rotuleo, una pasticca ossea della rotula e una pasticca ossea della tibia; questo trapianto, che sarà il nuovo legamento crociato, verrà inserito nel tunnel femorale per via artroscopica dopodiché viene inserita una vite sempre per via artroscopica e un’altra vite nella parte tibiale. In questa maniera viene ricostruito il legamento che ridà la stabilità al ginocchio e lo salva».