25 aprile 2024
Aggiornato 06:00
Pillola abortiva RU486

Sacconi: l'Aifa non ha chiarito sulla questione del ricovero

«Se di fatto non sarà ricovero ordinario, intervenga Parlamento»

ROMA - Secondo il ministro del Lavoro, della Salute e delle Politiche Sociali Maurizio Sacconi l'Aifa non ha chiarito la questione della necessità del ricovero ordinario in ospedale per l'uso della pillola abortiva Ru486, l'unico in grado di garantire - secondo il ministro - il rispetto della legge 194 sull'aborto. Così il ministro - in una nota - risponde alla decisione del Cda dell'Aifa di non modificare la sua precedente delibera del 30 luglio, così come auspicato da Sacconi in una lettera inviata al presidente del Cda Aifa.

Inoltre il ministro sottolinea che se di fatto non sarà disposto il ricovero ordinario per le donne che usano la pillola abortiva, allora ci sarà una violazione della legge 194 e in questo caso chiede l'intervento del Parlamento e della Commissione europea: «Dovrebbero prenderne atto Parlamento e Commissione europea per le decisioni conseguenti».

«L'Aifa - si legge nella nota - pur riconoscendo la sua delibera pienamente coerente con l'esigenza di garantire che il percorso abortivo avvenga in ambito ospedaliero come raccomandato dal signor ministro, non ha voluto chiarire in modo definitivo se abbia ragione il Presidente dell'Agenzia, professor Pecorelli, che in più occasioni mi ha personalmente ribadito essere necessario il 'ricovero ospedaliero ordinario' o se, al contrario, abbia ragione il consigliere dell'Agenzia dottor Bissoni, assessore della Regione Emilia-Romagna, che ha pubblicamente affermato essere sufficiente il day hospital».

«Oggettivamente - sottolinea Sacconi - non vedo come il day hospital possa essere coerente con la delibera adottata dall'Aifa, tanto più che l'attività di farmaco-vigilanza dell'Agenzia presuppone il monitoraggio continuo in ambito ospedaliero». «Ribadisco in ogni modo - conclude il ministro - che se non si riscontrerà la effettiva, diffusa, pratica del ricovero ospedaliero ordinario per le persone sottoposte ad aborto farmacologico, si evidenzierà una manifesta incompatibilità con la legge 194, di cui dovrebbero prendere atto Parlamento e Commissione europea per le decisioni conseguenti».