18 aprile 2024
Aggiornato 11:30
Il PD: «prevaricazione politica». IDV: «posizione talebana»

Sacconi: «Ok alla RU486 ma solo se usata in ospedale»

Il ministro all'Aifa: «Monitoraggio del percorso abortivo in tutte le sue fasi. Compatibile con 194 se tutto procedimento avviene in ricovero»

ROMA - Il ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali Maurizio Sacconi dà il suo ok alla pillola abortiva a patto che sia usata, per l'intero procedimento abortivo, in ospedale, in regime di ricovero, perchè solo così risulta compatibile con la legge 194. Lo si legge nella lettera-parere che il ministro ha inviato al Presidente dell'Agenzia Italiana del Farmaco Prof. Sergio Pecorelli in merito alla RU486.

COMPATIBILITÀ CON LA 194 - Ricordando i vari passaggi e pareri del Consiglio superiore di sanità sulla pillola abortiva, nella lettera Sacconi conclude: «Ritengo che la specialità Mifegyne, nota anche come pillola Ru486, possa essere utilizzata per uso abortivo, in compatibilità con la legge 194, solo se l'intera procedura abortiva, e fino all'accertamento dell'avvenuta espulsione dell'embrione, sia effettuata in regime di ricovero ordinario nelle strutture sanitarie indicate dall'art. 8 della suddetta legge».

L'OPPOSIZIONE - La decisione di Sacconi provoca le critiche di Pd e Idv. «Il ministro Sacconi ed il sottosegretario Roccella - afferma Livia Turco, capogruppo dei Democratici nella commissione Affari Sociali di Montecitorio - mettono in scena una prevaricazione mai vista della politica sulla competenza tecnica, stravolgendo tra l'altro la legge 194. In tutto ciò la salute delle donne non c'entra. Mi auguro che l'Aifa continui a dare prova di autonomia di giudizio e respinga questa inaccettabile prepotenza». «L'unica cosa che ha dimostrato il voto della commissione sanità del Senato sulla RU486 - dichiara Silvana Mura, deputata dell'Idv - è che maggioranza e governo non hanno alcun ritegno a mistificare spudoratamente e a stravolgere la realtà, quando questa non ha nulla a che vedere con i loro furori ideologici di novelli talebani».