19 aprile 2024
Aggiornato 23:30
Salute. Alimentazione

Allarme nutrizione, i figli «rischiano d'ammalarsi più dei nonni»

Osservatorio Grana Padano: «Alimentazione sbagliata a scuola e casa, a causa di una dieta poco mediterranea»

ROMA - I nostri figli «rischiano di vivere meno e con più malattie rispetto ai loro nonni». L'allarme viene dall'Osservatorio Grana Padano, che rileva, grazie al contributo di medici di medicina generale, pediatri, dietisti e nutrizionisti, le abitudini alimentari della popolazione italiana, e in particolare quella dei bambini. La causa di questo trend va ricercata nelle abitudini alimentari dei ragazzini nella fascia di età tra i 7 e gli 11 anni, che seguono «sempre più spesso una dieta basata su cibi di scarso valore salutistico e ricchi di calorie vuote, piuttosto che consumare alimenti della dieta mediterranea».

Dieta poco mediterranea sia nelle mense scolastiche che in famiglia, secondo l'osservatorio. A fronte di un indice ottimale di circa 2,0, il valore mediano Mai (Mediterranean adequacy index o indice di mediterraneità della dieta) relativo alla dieta seguita da 2.193 bambini tra 7-10 anni è stato di 1,37 nel Nord Est, 1,23 nel Nord Ovest, 1,16 nel Centro, 1,09 nel Sud, 1,20 nelle isole. «La conseguenza - afferma l'osservatorio - è che anche tra i bambini si assiste ad un aumento della diffusione di obesità, di ipertensione e di valori di colesterolo alto».

«Le mense delle nostre scuole - si sostiene - non sempre assicurano una dieta equilibrata dal punto di vista nutrizionale ai bambini. La qualità del servizio di ristorazione scolastica presente in Italia è a macchia di leopardo», dice Margherita Caroli, presidente del European childhood obesity group. «Mentre in alcune province i responsabili si rivolgono alle unità operative di nutrizione delle Asl per richiedere menu con una valutazione nutrizionale, per preparare menu speciali per bambini con problemi, per la preparazione dei bandi di gara per la concessione degli appalti, altrove tutto questo non avviene».

É «importante» sapere quale menù viene servito ai bambini nelle mense scolastiche e tenere conto della composizione del pranzo che consumano, per calibrare al meglio la cena e i pasti del fine settimana. Complessivamente, tra pranzi e cene (14 pasti) ogni settimana, i ragazzini dovrebbero assumere: da 7 a 10 volte alla settimana primi piatti a base di pasta, riso, polenta; 1 o 2 porzioni al giorno di pane, o più, se sostituisce pasta, riso, polenta o patate; 2-3 volte a settimana carne fresca; 2-3 volte pesce; 1-2 volte uova; 2 volte formaggio; 2-3 volte legumi; 1 volta patate; 12 volte verdura; 1 volta ogni 2 settimane fritti; 18-21 volte la settimana frutta; 1-2 volte ogni 2 settimane un dessert.

Se si proseguirà nel trend che già era stato segnalato dai Centers for disease control and prevention statunitensi e che i dati dell'Osservatorio nutrizionale Grana Padano hanno evidenziato per l'Italia, c'è da aspettarsi «un'inversione della tendenza al costante aumento della vita media libera da disabilità, che in Italia è attualmente tra le più alte al mondo», commenta Claudio Maffeis, professore di Pediatria presso l'Università di Verona. «I nostri figli - dice - rischiano di vivere meno e con più disabilità rispetto ai loro nonni. Occorre pertanto riflettere sul fatto che assumere corrette abitudini alimentari per tutta la famiglia e trasmetterle ai propri figli è come sottoscrivere un'assicurazione sulla loro vita».