2 maggio 2024
Aggiornato 01:30

Vino rosso in gravidanza: la LAV contesta test su topi

La discutibile ricerca (secondo la LAV) è stata condotta dall'Istituto di Neurobiologia del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr)

Sperimentare gli effetti del vino rosso… sui topi! La discutibile ricerca è stata condotta dall'Istituto di Neurobiologia del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr) in collaborazione con «scienziati» dell'Istituto Superiore di Sanità e della Facoltà di Medicina dell’Università di Roma La Sapienza.

Lo studio è stato basato su topi ai quali, sia nella vita prenatale sia durante lo svezzamento, per 60 giorni è stata somministrata una soluzione di etanolo all'11%; ad un secondo gruppo di topi è stato invece somministrato, con la stessa modalità e per lo stesso periodo, vino rosso con analoga concentrazione alcolica. Il risultato riportato dall’Istituto di Neurobiologia e Medicina Molecolare del Cnr ha sottolineato che i topi esposti al solo etanolo hanno riportato compromessi alterazioni mentali, ritardi cognitivi e disturbi comportamentali. Nessun problema, invece m nei topi esposti solo al vino rosso.

«Oltre alle ovvie implicazioni etiche che vedono lo sfruttamento di esseri viventi per ricerche per sostanze d’abuso riconosciute voluttuarie dalla società, lo scopo dello studio risulta ambiguo e dalla dubbia utilità», dichiara Michela Kuan, responsabile LAV settore vivisezione.

L’utilizzo del modello animale per sostanze quali droghe e alcool è un doppio errore, in quanto si basa su una specie diversa per anatomia, fisiologia e caratteristiche evolutive; inoltre, mai come in questo caso, studia le reazioni di dipendenza da sostanze d’abuso che coinvolgono anche la sfera psicologica unica nella specie umana.

Questo esperimento oltre ad essere inutile per l’impossibilità di trasferire i dati ottenuti dal topo all’uomo, risulta anche fortemente fuorviante perché afferma l’innocuità dell’assunzione del vino durante la gestazione, supportando, pericolosamente, l’assunzione di alcool durante la gravidanza e l’allattamento. Tale affermazione è assolutamente da sconsigliare per la donna che rischia gravi malformazioni al feto e ritardi mentali nel bambino.