21 marzo 2025
Aggiornato 01:30
Elezioni Quirinale

Sergio Mattarella resta al Colle

Il presidente uscente ha ricevuto oltre 750 voti rispetto ai 665 ottenuti nel 2015. Una rielezione, che segue (ebbe la durata di due anni) quella di Napolitano nel 2013

Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella
Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella Foto: Quirinale

Sergio Mattarella è il nuovo presidente della Repubblica. Ma non è nuovo, è stato rieletto. Questo l'esito della ottava votazione alla Camera per l'elezione del capo dello Stato. Il presidente uscente ha ricevuto oltre 750 voti rispetto ai 665 ottenuti nel 2015. Una rielezione, che segue (ebbe la durata di due anni) quella di Napolitano nel 2013, figlia anche questa di una politica, di un sistema di partiti che non ce la faceva ad eleggere il nuovo capo dello Stato.

Durante le votazioni di questi giorni gli schieramenti hanno dimostrato una totale incapacità ad individuare la più alta figura dello Stato. Ed ecco Mattarella, che di fronte ad una sconfitta micidiale del sistema politico-partitico viene richiamato - è stato sottolineato più volte in questi giorni - per garantire la stabilità al Paese anche attraverso forse la conferma del governo guidato da Mario Draghi. E dalla sollecitazione popolare, su tutti il fragoroso «bis» chiesto dal pubblico alla prima della Scala ma anche richieste arrivate in molte occasioni pubbliche.

Un governo cosiddetto di unità nazionale (all'opposizione alla fine solo FdI) nato su forte sollecitazione di Mattarella di fronte alla incapacità delle forze politiche di dare vita ad un esecutivo credibile, anche in piena emergenza Covid.

L'atteggiamento di Mattarella, di fronte ad uno storico bis, non può che forse essere considerato di servizio considerando che lo stesso presidente uscente aveva da tempo più volte ribadito la sua indisponibilità ad una replica del settennato impegnandosi, contemporaneamente, nella ricerca di una abitazione a Roma per viverci una volta lasciato il Quirinale. Ma non era solo questo. Mattarella aveva ormai negli ultimi anni trasmesso un messaggio molto chiaro: mi rifaccio a quanto detto da alcuni miei predecessori, il bis di Giorgio Napolitano è stata una eccezione, io non lo farò.

Di fronte poi alla sollecitazione, prima sottotraccia e poi sempre più evidente con i voti (fino a 336 questa mattina ) raccolti nelle votazioni per il suo successore, evidentemente non ha potuto tirarsi indietro. Ha sempre fatto sapere che non sarebbe mai intervenuto nelle dinamiche parlamentari, lasciando ai partiti e alle forze parlamentari la loro autonomia. E ha sempre lasciato intendere che se non fosse stato chiamato in causa non sarebbe mai intervenuto. Oggi, di fronte allo stallo dei voti - e degli scontri fra e dentro i partiti al limite della ingovernabilità - Mattarella ha preso atto della situazione.

Ma a differenza di Napolitano, al quale il suo bis venne richiesto formalmente dai segretari dei partiti, oggi il capo dello Stato ha voluto ricevere la «pancia» del Parlamento, i rappresentanti di quei grandi elettori (che poi sono espressione dei cittadini italiani che, come dicevamo, in modi diversi hanno chiesto la permanenza del giurista siciliano al Colle) che in questi giorni hanno via via indicato il suo nome. E chiedere di fatto un voto importante, quasi plebiscitario. Al Colle sono saliti i capigruppo della maggioranza e i delegati regionali. I quali, uscendo dall'incontro, hanno riportato la disponibilità di Mattarella ad un rinnovo del mandato. «Farò del mio meglio, ci sono», ha riferito chi era presente all'incontro.

Insomma la politica non ce l'ha fatta, i leader di partito proponendo candidati a volte senza senso ma con evidenti scopi elettorali e di proprio tornaconto, sono stati sconfitti da un sentimento popolare - sia pure non evidente, non è una elezione diretta - ma interpretato dai rappresentanti dei cittadini in Parlamento. Mattarella è nuovamente il presidente della Repubblica, forse ancora in coabitazione con Mario Draghi alla presidenza del Consiglio.