19 marzo 2024
Aggiornato 09:00
Manifestazione centrodestra

Matteo Salvini: «Pronti alla galera per dire che figli nascono da papà e mamma»

Il Segretario della Lega: «Legge contro omofobia è solo un modo per mettere il bavaglio. Renzi pro-maggioritario? Le sue parole non contano. No a legge proporzionale e partitini dell'1 per cento»

Matteo Salvini sul palco della manifestazione del centrodestra a Roma
Matteo Salvini sul palco della manifestazione del centrodestra a Roma Foto: Ufficio Stampa

La prossima settimana saranno in piazza le associazioni «pro-vita»: Matteo Salvini ha annunciato il suo sostegno dal palco della manifestazione nazionale del centrodestra in corso a Roma: «Sarò con loro con il cuore», ha detto il segretario della Lega.

«Premetto - ha aggiunto - che lo Stato come non deve entrare in negozio con gli studi di settore, non deve entrare in camera da letto, ognuno sarà libero di amare chi vuole. Ma non passate per legge contro l'omofobia una legge che mette solo il bavaglio a chi rispetta le scelte di vita di chiunque ma ritiene di dover gridare al mondo che un bimbo nasce e viene adottato se ci sono una mamma e un papà».

«Ritenete giusto - ha proseguito rivolgendosi ai manifestanti - rischiare la galera per difendere questo concetto basilare, sì o no?». Dalla piazza è arrivato un convinto «sì».

«Renzi pro-maggioritario? Le sue parole non contano»

Sulla legge elettorale il segretario della Lega, Matteo Salvini, non vuole essere accostato al leader di Italia viva, Matteo Renzi. Nelle dichiarazioni alla stampa diffuse anche via Facebook prima dell'inizio della manifestazione nazionale del centrodestra in corso a Roma in piazza del Popolo, il leader leghista ha risposto a una domanda sull'assist pro-maggioritario offertogli da Renzi: «Le parole di Renzi, per me e per gli italiani, ormai contano meno di zero».

All'Italia servono «riforme». «Un'Italia federale e presidenziale - ha spiegato - con un presidente eletto direttamente dai cittadini e con più poteri ai Comuni, alle Regioni e alle autonomie. L'Italia dei campanili e delle diversità, che si è riscoperta unita e solidale nei giorni delle chiusure».

Quella cui guarda la Lega, ha ribadito Salvini, è «un'Italia che ha bisogno di riforme: un presidente scelto dai cittadini e non dalle segreterie dei partiti e un Paese che rispetta le autonomie territoriali».

«No a legge proporzionale e partitini dell'1 per cento»

La Lega è disponibile a discutere di legge elettorale «se non è un modo per tirare a campare. Se vogliono approvare una legge elettorale moderna, efficiente, maggioritaria, noi ci siamo. Se vogliono il proporzionale per tornare ai partitini dell'1 per cento no», ha aggiunto in una dichiarazione trasmessa in diretta da Rainews24.

«Faremo ponte fra Calabria e Sicilia»

«Lo abbiamo fatto a Genova con una amministrazione di centrodestra, spero che presto a Reggio i cittadini potranno eleggere il nuovo sindaco, e lo faremo fra la Calabria e la Sicilia, il ponte per unire gli italiani, il ponte del futuro».

«Grazie alle battaglie della Lega e del centrodestra le scuole paritarie hanno avuto quel riconoscimento che Pd e 5 stelle hanno cercato di negare fino all'ultimo momento».

«Ridiamo sindaco a Roma»

«La capitale di questo paese non può rimanere nella mente dei turisti per le buche, gli autobus bruciati, per i Rom e per i topi. Restituiamo un sindaco con la s maiuscola a Roma».

«Governo futuro avrà precisa collocazione internazionale»

«Al di là del fatto che vinceremo le elezioni nei Comuni e nelle Regioni, in un anno questo governo ha dimostrato tutto il suo nulla». Ai microfoni di Rainews24, parlando a margine della manifestazione nazionale del centrodestra appena terminata a Roma, in piazza del Popolo, il segretario della Lega, Matteo Salvini, ha delineato il profilo del «suo» futuro governo di centrodestra. «Al centro di tutto - ha spiegato - ci sono i concetti di libertà e lavoro, senza l'una non c'è l'altro. Ma anche una collocazione internazionale precisa: questo governo strizza l'occhio alla Cina, al Venezuela, all'Iran, noi stiamo con l'Occidente».