28 marzo 2024
Aggiornato 15:00
Trattativa M5S-Pd

M5S vuole Conte, Pd non accetta ma «si cerca una soluzione»

Si sono riuniti i tavoli programmatici interni al Pd, che dovranno elaborare le proposte da riportare domani al confronto con i capigruppo 5 Stelle

Luigi Di Maio bacia Giuseppe Conte dopo l'intervento in Senato
Luigi Di Maio bacia Giuseppe Conte dopo l'intervento in Senato Foto: ANSA

ROMA - Una telefonata fra il leader del Movimento 5 stelle, Luigi Di Maio, e il segretario del Partito democratico, Nicola Zingaretti, non ha sciolto il nodo principale della trattativa apertasi sulla formazione di una ipotetica nuova maggioranza di governo. A quanto si apprende da fonti vicine alla segreteria del Pd le posizioni sono rimaste ferme (il M5S continua a chiedere la poltrona di presidente del Consiglio per il premier uscente, Giuseppe Conte, il Pd chiede discontinuità) ma i dem garantiscono che «si cerca comunque una soluzione». Nel pomeriggio di oggi si sono riuniti i tavoli programmatici interni al Pd, che dovranno elaborare le proposte da riportare domani al confronto con i capigruppo parlamentari dei 5 stelle. Ma fonti del Pd fanno comunque sapere che il tema del capo del governo resta centrale nella trattativa.

Fonti M5S: mai proposto un monocolore PD

«Luigi Di Maio non ha mai proposto al segretario Nicola Zingaretti di lasciare al Pd la maggior parte dei ministeri chiave di un eventuale esecutivo». E' quanto fanno sapere dallo staff del capo politico del M5S, bollando come «falso» quanto riportato da un'agenzia di stampa. «Non ci sono scambi o giochini da fare - aggiungono dal MoVimento 5 Stelle -. Giuseppe Conte è l'unico nome, va riconosciuto il lavoro svolto e che sta ancora svolgendo per il Paese. Il M5S ha piena fiducia in lui».

Franceschini rievoca Mundial 82: «Silenzio stampa, parla Zingaretti»

«Al Mundial 82 il silenzio stampa portò fortuna. E' tutto molto delicato e difficile e per questo faccio una proposta a tutti i compagni di squadra del Pd: fino alla fine della crisi parla solo Zingaretti per tutti, come allora fecero gli azzurri con Zoff». Con il parallelo fra il segretario del Pd e il mitico capitano della nazionale di calcio, Dario Franceschini prova a placare polemiche e indiscrezioni che dall'interno del Partito democratico accompagnano il non facile negoziato con il M5S in vista della formazione di un ipotetico nuovo governo.