19 aprile 2024
Aggiornato 10:00
Caso Savoini

Fondi russi, Renzi insiste: «E' alto tradimento, una cosa enorme»

L'ex Presidente del Consiglio: «Salvini annuncia querele, ma dovrebbe fare selfie-querela, perché i soldi li hanno chiesti i suoi!»

L'ex Presidente del Consiglio, Matteo Renzi
L'ex Presidente del Consiglio, Matteo Renzi Foto: ANSA

ROMA - «Una testata online ha diffuso l'audio dell'incontro a Mosca in cui stretti collaboratori di Matteo Salvini chiedono ai russi soldi per la Lega. Salvini dice di non aver preso un rublo, ma questo è ovvio: se avesse preso soldi dai russi sarebbe stato un reato, corruzione internazionale o finanziamento illecito. Ma già il fatto che i suoi abbiano chiesto soldi ai russi si configura come alto tradimento. È una cosa enorme». Lo scrive Matteo Renzi, senatore del Pd ed ex premier.

«Salvini si deve fare una selfie-querela»

«Vi immaginate - aggiunge - cosa sarebbe accaduto se anziché collaboratori di Matteo Salvini, a chiedere soldi fossero stati collaboratori di un altro Matteo, uno a caso? Salvini annuncia querele a chi associa la Lega ai rubli: dovrebbe querelare i suoi, allora. Si deve fare una selfie-querela, perché i soldi li hanno chiesti i suoi!. Vorrei - scrive ancora il senatore Dem - che venisse qui riconosciuta l'azione incisiva del giornalista di BuzzFeed Nardelli e dei giornalisti dell'Espresso Tizian e Vergine, e del senatore del Pd Parrini che ha più volte richiamato l'attenzione del Senato su questo tema».

Operato Casellati scorretto e irrispettoso

Sulla vicenda del Russiagate c'è stata «l'opposizione istituzionalmente scorretta del presidente del Senato, Casellati. L'atteggiamento di Casellati è stato profondamente irrispettoso per la funzione del Parlamento e la credibilità delle istituzioni», ha aggiunto l'ex premier.

In video su Atlantia Di Maio sembra pazzo

Nel video di 15 giorni fa in cui diceva che Atlantia «perderà valore» e farà quindi «precipitare sostanzialmente anche gli aerei», Luigi Di Maio assomigliava «pericolosamente più a un pazzo incosciente che non a un ministro della Repubblica. Di Maio - prosegue Renzi - ha condotto per un anno una violenta battaglia contro la famiglia Benetton e le sue società. Populista infaticabile, Di Maio ha deciso di attaccare i Benetton sperando di lucrare un po' di consenso. Speranza vana. Anzi. Alla fine i Benetton hanno salvato Alitalia e salvato persino Di Maio, dimostrando una serietà sconosciuta alla galassia grillina».