18 aprile 2024
Aggiornato 12:30
Partito Democratico

L'endorsement di Romano Prodi: «Al Pd serve un padre e Zingaretti può diventarlo»

L'ex Presidente del Consiglio a Repubblica: «Per il Partito democratico c'è bisogno di una figura autorevole, che sappia finalmente ascoltare, riconciliare, tranquillizzare ma anche decidere»

Romano Prodi
Romano Prodi Foto: ANSA

ROMA - «Italia e il Pd hanno bisogno di un padre». E «se intensifica il lavoro di allargamento e di pacificazione che ha iniziato», le possibilità di Nicola Zingaretti «sono molte». Così Romano Prodi a Repubblica. «Usciamo da anni in cui sia il partito, sia il Paese, si sono estenuati in diatribe continue, rancori, isterismi, proclami ignoranti e liste di proscrizione», afferma l'ex presidente del Consiglio e padre fondatore del Partito democratico. «Per il Paese, spero che il padre non sia qualcuno che ha sempre bisogno di mettersi in divisa per apparire forte. Per il Partito democratico c'è bisogno di una figura autorevole, che sappia finalmente ascoltare, riconciliare, tranquillizzare ma anche decidere».

L'affluenza ai gazebo avrà un'importanza enorme

Alle primarie «l'affluenza ai gazebo avrà un'importanza enorme», secondo Prodi: «Il numero degli elettori dovrà essere così elevato da dimostrare che il Partito democratico si pone come un'alternativa credibile: oggi è l'unica alternativa possibile». Io, spiega l'ex premier intervistato da Andrea Bonanni, «al massimo sono un nonno. Uno che fa molte prediche e cerca di ispirare buoni comportamenti E tale voglio rimanere».

L'Unione europea è indispensabile per il nostro benessere

«Questa maggioranza ha dovuto intanto prendere atto che chiedere l'uscita dall'euro e dall'Unione europea sarebbe un suicidio, anche se non perde occasione per sparare sulla Francia, sulla Germania e persino sull'Olanda, per soffiare sul fuoco del nazionalismo come ha fatto su quello del razzismo e della xenofobia. Vogliono un'Europa debole e divisa perché vogliono una società debole anche in Italia. Si tratta di forze che praticano una politica autoritaria e verticale, dall'alto verso il basso, ignorando i corpi intermedi e la società civile, che siano i sindacati, gli enti locali, le imprese o la stampa. Persino il Parlamento è stato svuotato della sua funzione, violando nei fatti il dettato costituzionale. Certo, quello dell'autoritarismo è un vento che soffia su tutto il mondo. Ma la complessità e la ricchezza del tessuto democratico sono gli elementi costitutivi dell'Europa e della nostra libertà. Anche per questo dobbiamo difenderla», afferma l'ex presidente della Commissione europea, che ricorda di aver «lanciato l'idea che il 21 marzo in tutte le case si esponga la bandiera europea accanto a quella italiana. L'Unione europea è indispensabile per il nostro benessere e per il nostro futuro di cittadini liberi. Dobbiamo capirlo e dobbiamo dirlo con forza».

Zingaretti: Grazie Prodi, sento responsabilità

«Ringrazio il professor Prodi, quelle parole sono un carico di responsabilità ad andare avanti con uno spirito di grandissima determinazione, umiltà e spirito di servizio per dare una mano per ricostruire in questo paese una speranza possibile». Così a margine di un evento a Roma, il governatore del Lazio e candidato alla segreteria del Pd, Nicola Zingaretti, commentando le parole di Romano Prodi, affidate a Repubblica. «Chi sta governando l'Italia sta distruggendo la fiducia verso l'Italia da parte del mondo - ha proseguito -. Noi indichiamo un'altra strada, non settaria, dialogante, di costruzione di un'esperienza unitaria e aperta già in vista delle Europee. E' giusto che il protagonismo passi per un nuovo Pd».

E' il tempo di ricostruire

«Appello a tutto il Paese: interpretiamo le primarie del 3 marzo come le primarie per l'Italia, perché è il tempo di ricostruire. Questo messaggio deve arrivare ben oltre le nostre fila, a coloro che rischiano di perdere la fiducia se non c'è la speranza», ha detto Zingaretti. «Al popolo del centrosinistra dico: è tempo di ricostruire una proposta e una identità diversa per l'Italia. Io ce la metterò tutta da parte mia, ma tutti si devono sentire investiti di questa missione democratica», ha concluso.