23 aprile 2024
Aggiornato 14:00
Reddito di cittadinanza

Meloni sfida il Governo: «Pronti a referendum per abolire il reddito cittadinanza»

Lo scrive nel suo intervento Libero quotidiano il presidente di Fratelli d'Italia, Giorgia Meloni: «Scegliamo l'Italia che ha voglia di fare»

Giorgia Meloni, leader di Fratelli d'Italia
Giorgia Meloni, leader di Fratelli d'Italia Foto: ANSA

ROMA - «Fratelli d'Italia raccoglie l'appello del direttore di Libero quotidiano: siamo pronti a promuovere un referendum per abrogare, in tutto o in parte, la follia del Reddito di Cittadinanza e a costituire i comitati per la raccolta delle firme per abolire questo pessimo provvedimento». Lo scrive nel suo intervento Libero quotidiano il presidente di Fratelli d'Italia, Giorgia Meloni.

Sul Reddito di cittadinanza si è detto tutto e il contrario di tutto

«Non abbiamo ancora visto il testo definitivo del decreto e non possiamo sapere con certezza quale sarà approvato e pertanto ogni decisione non può che essere rimandata, ma le previsioni lasciano ben poco spazio all'ottimismo. Sul Reddito di cittadinanza gli italiani hanno sentito in questi anni tutto e il contrario di tutto, in campagna elettorale i grillini hanno continuato a promettere un reddito a tutti: 780 euro a testa e molti di più a chi ha figli a carico - continua Meloni - Era una menzogna, ovviamente: per farlo servirebbero centinaia di miliardi, 18 solo per adeguare le pensioni minime. E infatti, alla fine quello partorito dal governo grillo leghista è un pastrocchio, che sarà una manna soprattutto per chi lavora in nero e solo in minima parte sarà destinato alle persone oneste in difficoltà. Non prenderanno il reddito di cittadinanza, ad esempio, i giovani che per 850 euro al mese si arruolano nell'esercito e non lo prenderanno i nostri ragazzi che sono andati a lavorare all'estero e che decidono di tornare in Patria, perché non avranno il requisito dei due anni continuativi di residenza in Italia. Lo prenderanno in compenso gli immigrati, così come la quasi totalità dei 170 mila rom, italiani o stranieri, residenti in Italia».

Scegliamo l'Italia che ha voglia di fare

«Per Fratelli d'Italia lo Stato ha il dovere morale di aiutare chi non può farlo per ragioni oggettive: i bambini, gli invalidi e gli anziani. Per tutti gli altri, invece bisogna favorire il lavoro, creando i presupposti per la crescita e mettendo chi può assumere in condizione di farlo. Il costo complessivo del RdC per il 2019 è di 7,1 miliardi: destiniamo quei soldi ad abolire la fattura elettronica, a pagare i debiti della PA, a ridurre le tasse alle imprese che assumono. Ne beneficerebbe l'Italia migliore, quella che ha voglia di fare e chiede solo di essere messa in grado di dimostrare quanto vale», conclude il leader di Fratelli d'Italia.

Urso: Misura folle con la recessione

«Sarà l'Italia produttiva, il Nord in particolare, a pagare il reddito di cittadinanza. La verità è che questa maggioranza ha trovato sul tema una ricomposizione secondo la logica di 'paga Pantalone'. Ma M5S e Lega devono fare molta attenzione perchè, tra Salvini che tira la fune da Milano e Di Maio da Napoli, ormai la corda si è rotta e l'Italia precipita nella recessione». A dirlo il senatore di Fratelli d'Italia, Adolfo Urso, nel corso della trasmissione Coffee break, in onda su La7.

Dare priorità a investimenti e imprese

«Proprio oggi il primo fondo di investimento americano stima l'economia italiana in recessione. Ciò significa che si riduce la produzione, diminuiscono i posti di lavoro, aumenta la pressione fiscale. Perciò, come si potrà creare nuovo lavoro da offrire ai percettori del reddito di cittadinanza in una situazione di recessione che comporta la riduzione dei posti di lavoro? E' evidente che in queste condizioni il reddito di cittadinanza non sarà altro che un sussidio alla povertà, occorreva dare priorità a investimenti e imprese per creare le condizioni di crescita e quindi di occupazione , esattamente il contrario di quanto si è fatto», conclude il senatore di FdI.