De Bertoldi: «Ora i professionisti non vengono più multati quando si ammalano»
Il senatore Andrea De Bertoldi, di Fratelli d’Italia, racconta al DiariodelWeb.it la sua battaglia per tutelare le malattie e gli infortuni dei liberi professionisti

Potrà sembrare incredibile, ma in Italia succedeva che i liberi professionisti, quando si ammalavano, oltre a perdere lavoro e quindi guadagni potevano essere addirittura costretti a pagare delle multe. Almeno, fino a qualche settimana fa, quando in parlamento è stata approvata una norma che risolve questo problema, grazie all’impegno di Fratelli d’Italia e in particolare del senatore Andrea De Bertoldi. Il DiariodelWeb.it lo ha raggiunto per farsi raccontare questa sua battaglia.
Senatore Andrea De Bertoldi, da dove nasce questo suo impegno?
Questo percorso è partito all'inizio della legislatura, tra il 2018 e il 2019. Io stesso sono un professionista, da oltre trent'anni, quindi ero perfettamente al corrente di questo problema, che la gente comune stenta a comprendere. Nessuno crede che un lavoratore autonomo possa non solo non guadagnare quando si ammala o si infortuna, a differenza dei dipendenti, e debba sostenere comunque i costi fissi, come le bollette o le spese per i dipendenti, ma addirittura dovesse pagare delle sanzioni.
In che senso?
Se un professionista, proprio perché è malato, non riusciva a presentare una dichiarazione dei redditi, a versare l'Iva, a svolgere un adempimento affidatogli, era costretto a pagare anche le multe che il cliente si vedeva addebitare da parte dello Stato. Un fatto assurdo.
I professionisti non erano liberi di ammalarsi.
Proprio così. Oltre al danno la beffa. Oppure, come si dice in gergo, cornuti e mazziati.
Quindi ha deciso di porvi rimedio.
Fui sollecitato particolarmente da uno dei sindacati, l'Associazione nazionale commercialisti. Mi fecero presente che tentavano di risolvere questo problema da quasi vent'anni, interloquendo con varie forze politiche. Infatti nelle scorse legislature furono presentati analoghi disegni di legge, ma non erano mai riusciti nemmeno a farli incardinare, figuriamoci ad approvarli. Erano, mi permetto di dire, dei meri atti di cortesia da parte dei partiti.
Stavolta è andata diversamente.
Io ho preso in carico questa questione e sono riuscito a portare avanti il disegno di legge, attraverso un anno di discussioni. Finché, durante il percorso, abbiamo incontrato grossi ostacoli.
Da parte di chi?
Soprattutto da parte delle istituzioni, cioè degli apparati che dovrebbero avere a cuore la Costituzione. Dalla Ragioneria dello Stato, dal ministero dell'Economia e delle Finanze. Che posero un problema di coperture, calcolate in oltre 200 milioni di euro, bloccando il disegno di legge.
Quando si dice che i tecnici spesso sono più potenti dei politici...
Non c'è dubbio. Questo, purtroppo, è un grande tema che prima o poi andrà preso in considerazione, da qualunque maggioranza. Dall'approvazione della legge Bassanini in poi, la politica è stata in parte decapitata delle sue competenze in favore dell'apparato burocratico dello Stato. Che condiziona tutta l'attività, anche del governo: più le situazioni si complicano e più i tecnici aumentano il peso, il potere e l'importanza del proprio ruolo. Una norma che porta la firma della sinistra italiana.
Voi come avete reagito, in questa situazione?
Alla fine siamo riusciti ad inserirlo in una legge di Bilancio. Così non solo la copertura è stata ridotta, anche attraverso leggeri tagli, a 21 milioni, ma è arrivata anche l'approvazione, grazie al fatto che Fratelli d'Italia ha deciso di investire quasi la sua intera dotazione economica per quella Finanziaria. Gli altri partiti, che a parole si erano detti disponibili, non hanno voluto metterci una lira.
Missione compiuta.
Siamo riusciti ad istituzionalizzare, e a far diventare legge dello Stato, il principio giuridico, che attualmente vale per gli adempimenti tributari. Una grande vittoria, dovuta un po' anche alla mia decisione e alla mia volontà, come mi è stato riconosciuto dalle categorie. Al termine di un iter difficile e lunghissimo abbiamo raggiunto un risultato insperato. Di cui vado particolarmente fiero: vale una legislatura.
Quali sono i prossimi passi?
Ora cercheremo di estendere la copertura anche ad altri adempimenti: quelli contributivi e previdenziali, quelli processuali per l'attività giurisdizionale, quelli amministrativi.
Questo governo ha dimostrato attenzione verso le libere professioni?
È troppo facile intervenire ai convegni e dare ragione ai professionisti che si lamentano. Alla fine, quando è ora di votare, rimangono sempre abbandonati. Questo è un dato di fatto. Anche gli indennizzi e i ristori per il Covid, in parte non sono stati concessi ai liberi professionisti, e un'altra parte con dei limiti reddituali, a differenza di tutte le altre categorie. I professionisti sono sempre stati i Calimero della situazione.