26 aprile 2024
Aggiornato 05:00
Epilessia e Cannabis

Billy ha l’epilessia e sta bene solo con la Cannabis, ma il Regno Unito gliela vieta

Un bambino di 12 anni ha una forma talmente grave di epilessia da dovergli indurre il coma. Può sopravvivere solo grazie alla Cannabis ma il Regno Unito glie la vieta

Gli estratti di Cannabis sembrano aver aiutato molte persone negli ultimi anni. Questa interessante piantina, sfruttata da millenni, ha portato alla guarigione o al miglioramento della vita di molti pazienti affetti da svariate patologie. Le ricerche scientifiche, tuttavia, sono solo all’inizio. Ciò significa che abbiamo a disposizione poche conferme sull’effettiva efficacia e pochissimi pazienti che possono accedere a protocolli terapeutici. Non in tutti gli stati, poi, la Cannabis è divenuta legale a basse dosi di THC e CBD. Insomma, quando si parla di terapie di strada c’è n’è ancora tanta da fare. Proprio per questo motivo, ci sono ancora molti pazienti che potrebbero trarre giovamento dall’utilizzo dei prodotti a base di CBD, a cui, però, viene vietata. È il caso di un bambino di 12 anni che potrebbe assistere a un pericoloso declino della qualità della vita se qualcuno non interviene urgentemente.

La storia di Billy
Il suo nome è Billy Caldwell ed è un ragazzino irlandese di 12 anni. Fin dalla nascita soffre di una gravissima epilessia. Per questo motivo fu uno dei primi pazienti che in America ha sperimentato a una cura a base di CBD oil. Dopo un anno di cure il piccolo ha fatto un cambiamento di tale entità che la madre lo ha definito miracoloso. Nonostante ciò, è accaduto qualcosa di inaspettato: le terapie gli vengono improvvisamente negate.

Non è una medicina
Recentemente, il Dipartimento per la Salute ha richiesto al medico curante di Billy di non prescrivergli più il CBD Oil. Il motivo? Tale prodotto nel Regno Unito è considerato una droga di classe B e non una medicina. Senza perdersi d’animo, la madre si era recata in Canada (a Toronto) per acquistarla in maniera del tutto legale. Ma anche in questo caso si è trovata un muro davanti: al suo rientro, infatti, le autorità aeroportuali di Heathrow le hanno sequestrato tutto l’olio acquistato.

Cento attacchi al giorno
Non stiamo parlando di una forma comune di epilessia, ma di un bambino che presentava mediamente cento attacchi epilettici al giorno. Una patologia di un’entità tale che prima della cura i medici si erano visti costretti a indurgli il coma per evitare che le convulsioni potessero ucciderlo. Solo l’olio di Cannabis gli ha potuto restituire una vita, tutto sommato, dignitosa. Fin da subito, infatti, gli attacchi hanno cominciato a diminuire vistosamente. Nonostante ciò, nessuna legge si è adeguata e la Cannabis resta vietata per il bambino.

Un intervento di emergenza
Solo pochi giorni fa, grazie all’intervento del ministro dell’Interno Sajid Javid, è stato ordinato il dissequestro della Cannabis. Ma non si può ancora cantare vittoria perché si tratta di una misura temporanea effettuata per motivi di emergenza sanitaria e avrà una validità di appena 20 giorni. Tuttavia, la Cannabis non potrà mai entrare nella casa del bambino. «Questa è una situazione molto complessa, ma la nostra priorità immediata è assicurarsi che Billy riceva il trattamento più efficace possibile in modo sicuro. La mia decisione si basa sul parere di importanti medici che hanno chiarito che si tratta di un'emergenza medica», ha dichiarato Javid.

La medicina funziona
«Chiaramente, ci sono prove che le medicine di Billy funzionano per lui dove tutte le altre hanno fallito. Il dovere del governo è quello di proteggere i suoi cittadini dai danni grazie alle normative sui farmaci, in modo che quelli che prescrivono i medici siano sicuri ed efficaci. Tuttavia, ci sono casi in cui queste misure diventano controproducenti e dannose: e in un caso del genere, il Ministero degli Interni dovrebbe consentire un'esenzione in modo che non venga danneggiato ulteriormente», ha dichiarato a BBC il dottor Amir Englund, che studia la cannabis presso l'Institute of Psychiatry del King's College di Londra.

Le cose devono cambiare
«In questi giorni il fisico e la mente di mio figlio sono stati devastati dalle crisi e questo è terribile. Nessuna famiglia dovrebbe attraversare un simile calvario ed essere costretta a girare mezzo mondo per avere una medicina che dovrebbero essere somministrata liberamente anche in Gran Bretagna. I nostri bambini muoiono e questo deve finire», conclude ancora arrabbiata e sconvolta la madre, Charlotte Caldwell.