Villarosa (M5s): «Audizione assurda di Zonin» in commissione banche
Il deputato del M5s ha commentato i tanti «non ricordo» opposti dall'ex-presidente della Bpv durante la sua audizione
ROMA - «La Banca popolare di Vicenza (Bpvi) voleva la fusione con Veneto Banca e non ci sono state pressioni della Banca d'Italia o di altri soggetti per spingere i due istituti alle nozze». Lo ha affermato l'ex-presidente della Bpvi, Gianni Zonin, in un'audizione nella commissione parlamentare d'inchiesta sul sistema bancario. «Non c'è stata nessuna pressione - ha sottolineato Zonin - da nessuno. Quello che volevamo era un momento favorevole per creare questo grande istituto" in Veneto "e quindi si è svolta questa cena (a dicembre del 2013, ndr). Però abbiamo capito che dall'altra parte non c'era questa volontà ed è stata ribadita più volte. Resto convinto che la nostra idea fosse buona». «Nel pensiero del nostro cda - ha spiegato Zonin - era vista con favore una fusione con Veneto Banca. Avrebbe portato a un istituto di oltre mille sportelli, perchè anche Veneto Banca era una banca molto valida. Avere un grande istituto nel Veneto sarebbe stata una grande ricchezza».
L'Opa su Banca Etruria
La Banca popolare di Vicenza ha provato ad acquisire Banca Etruria ma l'Opa è stata respinta dall'istituto di credito di Arezzo ha affermato l'ex-presidente della Bpvi. Dopo la mancata fusione con Veneto Banca, ha sottolineto Zonin, «Banca Rothschild e Lazard ci hanno indicato che c'era la possibilità di acquisire Banca Etruria. Con questa acquisizione saremmo diventati il secondo istituto della Toscana, con una presenza importante dopo Mps». «Ci siamo rivolti a Mediobanca come advisor - ha aggiunto l'ex-presidente - per vedere un range di prezzo su cui trattare e siamo arrivati a predisporre un'Opa: abbiamo valutato 0,90-1 euro il prezzo per azione. Abbiamo fatto questa Opa di 212 milioni e dopo qualche giorno la risposta è stata negativa, quindi abbiamo accantonato questo progetto».
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