25 aprile 2024
Aggiornato 01:30
Commissione Antimafia

Bindi contro Totò Riina: «Non esiste il diritto di morire a casa»

I risultati del sopralluogo a Parma della Commissione Antimafia smentiscono le ragioni della Cassazione, che aveva aperto alla possibilità che Totò Riina uscisse dal carcere

MILANO - Totò Riina gode di massima assistenza che gli permette di vivere una vita, e dunque, quando verrà, una morte dignitosa, «a meno che non si voglia postulare l'esistenza di un diritto a morire fuori dal carcere non riconosciuto dalle leggi vigenti». Il presidente della Commissione antimafia Rosy Bindi ha comunicato i risultati del sopralluogo della Commissione all'Ospedale Maggiore di Parma, dove è ricoverato in regime di 41 bis il boss mafioso. Una missione decisa dopo l'apertura della Cassazione ad una eventuale modifica della pena di Riina in detenzione domiciliare. «Si trova in una condizione di cura e assistenza continue identiche, se non superiori in regime di libertà o di arresti domiciliari, gli è ampiamente assicurato il diritto innanzitutto a una vita dignitosa e dunque a morire, quando ciò avverrà, altrettanto dignitosamente, a meno che non si voglia postulare l'esistenza di un diritto a morire fuori dal carcere non ricoosciuto dalle leggi vigenti", ha detto Bindi.